mercoledì 31 marzo 2010

La 'Resistenza' c'è ma non si vede. E la parola scompare dai licei.

Nel programma scolastico del Ministero viene saltata. Scoppia la polemica
Il consigliere della Gelmini, Max Bruschi: "Era sottintesa".


LA RESISTENZA non c'è. La si cerca invano nel programma di storia per l'ultimo anno dei licei. Ecco il fascismo. Poi la crisi del '29 e le sue conseguenze nel mondo. Il nazismo. La shoah e gli altri genocidi del XX secolo. La seconda guerra mondiale. Ecco, forse arriva ora la guerra partigiana. No, a seguire c'è la guerra fredda, il confronto ideologico tra democrazia e comunismo. Ed ancora, l'Onu. Siamo troppo avanti, bisogna tornare alla riga precedente: ma dov'è la Resistenza?

Non si vede. Si prova a domandarlo al consigliere del ministro Gelmini, Max Bruschi, che reagisce: «Ma non ha letto qui, dopo la voce Onu? È ben esplicitato: Formazione e tappe dell'Italia Repubblicana. Naturalmente è sottintesa la Resistenza. L'abbiamo inclusa senza citarla tra i capitoli fondativi della storia repubblicana. È un modo per rafforzarla, no?».

Al ministero della Pubblica Istruzione non capiscono le reazioni provocate dalla cancellazione della parola Resistenza dai curricola scolastici dei licei. «Come se la Costituzione e la nostra Repubblica fossero sbocciate dal nulla», protesta Manuela Gizzoni, capogruppo del Pd in Commissione Istruzione alla Camera. Bruschi liquida come "pretestuose" le polemiche. «Le assicuro che non c'è da parte nostra nessuna intenzione di cancellare quella esperienza storica, tutt'altro». In mattinata una nota del Miur aveva definito "priva di fondamento" la notizia riportata da Italia Oggi secondo cui l'insegnamento della Resistenza a scuola sarebbe stato ridimensionato. «La Resistenza continuerà ad essere affrontata come momento significativo della storia d'Italia». Punto e basta.

Scusi l'insistenza, dottor Bruschi, ma se è "un momento significativo della storia d'Italia" perché non nominarla esplicitamente nel programma scolastico? «Forse che indichiamo esplicitamente la prima guerra d'indipendenza quando si parla di Risorgimento?». Ma le sembra un paragone appropriato? Stiamo parlando di un passaggio fondamentale dell'Italia democratica che è stato oggetto nell'ultimo quindicennio di un tentativo storico-politico di liquidazione: quando avete steso il programma, ve ne siete dimenticati? «Eh, ma quanta suscettibilità. Noi non volevano urtare la sensibilità di nessuno. Ripeto: nessuna esclusione ideologica. Se è un problema, non abbiamo alcuna difficoltà a indicare esplicitamente la Resistenza nei programmi scolastici. Per noi era scontato. Sarebbe come insegnare la matematica senza le tabelline». Ovvio, no?

di Simonetta Fiori, da La Repubblica

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martedì 30 marzo 2010

Nichi for President alla seconda


Un fiume in piena, il dolore, come Nichi nelle ore che accompagnano la sofferta vittoria. La soglia del cinquanta per cento è un miraggio visibile soltanto a Bari, gli avversari Palese e Poli Bortone si elidono grazie alle loro incomprensioni che buttano via il sorpasso. Nonostante il Pdl sia il primo partito, Vendola spunta altri cinque anni di governo in Puglia: un altro lustro per sognare, costruire l'alternativa, forse la sinistra fin dalle fondamenta. È un fiume in piena, Vendola, come il dolore che custodisce dentro. L'orribile anno vissuto, un tunnel nero alla fine del quale c'è questa gente che fino all'ultimo lo tocca, lo osanna, lo idolatra, lo imbarazza.«Sì, è stato un anno terribile - dice -. Mi volevano morto...». La morte l'ha toccato già all'inizio del 2009, con la perdita dell'amatissimo papà. «Non si può spiegare quello che si prova, come se una mano ti si conficcasse nel petto e ti strappasse il cuore».Vendola il poeta, Vendola l'umile, Vendola il politico «diverso». Eppure capace di tenere a bada i contendenti, incunearsi nelle loro carenze e nelle loro contraddizioni, fino a immaginare la collaborazione con la Poli Bortone e a ghermire voti impensabili, gente di centrodestra che lo sceglie assieme alla lista del Pdl. Unione «di fatto» assurda, impensabile e però vera, di cui il governatore riconfermato vuole farsi carico. Il suo modello di rinascita, spiegava nella notte dell'attesa, è stato Pinuccio Tatarella: campione della «baresità» applicata alla politica nazionale, «armonia» come ricerca antropologica permanente, capacità di essere popolo senza cadere nel populismo. «Avevo con lui un ottimo rapporto - racconta Vendola -, e quando se n'è andato ho voluto studiarlo a fondo, ho cercato di capire, ho frequentato i suoi luoghi».
Primo tra tutti il bar di Bari Vecchia nel quale Pinuccio giocava a scopone attorniato da amici di una vita o semplici conoscenti. Dove, senza scomporsi e neppure girarsi, sapeva ascoltare e «farsi popolo». L'essere politico sta in «questa capacità di ascolto», sostiene Vendola, che si autodefinisce «leghista» per il culto delle radici e che, senza scomporsi, parla di Berlusconi come «grande politico», anche se ora «è giunto il momento che tutti noi ci deberlusconizziamo e l'Italia volti pagina».
Bari lo ama incondizionatamente, il resto della regione meno.Le macchine si fermano, suonano i clacson, la gente cerca di farsi riconoscere, si fa fotografare accanto all'icona del politico «diverso».Ma i risultati sconfortanti che giungono dalle altre regioni, la sconfitta del centrosinistra ci dicono che in Italia c’è un bisogno disperato di alternativa, bisogna ricostruire un vocabolario e una narrazione dell’alternativa e qui abbiamo cominciato a farlo. Dobbiamo però essere molto attenti a leggere tutti i segnali di crisi nel blocco di consenso politico del centrodestra; ogni crepa, ogni smagliatura che si apre nel racconto berlusconiano deve diventare per noi una finestra per guardare dall’altra parte, noi dobbiamo intercettare settori di opinione pubblica che sono ormai largamente disincantati dall’affabulazione berlusconiana che non convince più.

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Parroco romano ai fedeli: “Votate Polverini per difendere i valori della vita”.


Vietato votare per Emma Bonino, i veri cristiani votano Renata Polverini: questo, in sintesi, il contenuto dell’e-mail che don Stefano Tardani, parroco della chiesa romana di San Tommaso ai Cenci, ha inviato ai parrocchiani a una settimana dalle elezioni regionali. Un personalissimo endorsement – un’adesione politica – per la candidata del centrodestra che ha spinto alcune delle coppie che hanno seguito i corsi di preparazione della sua parrocchia, destinatari della missiva, a inoltrare la lettera ai giornali.

Il testo è eloquente: “In coscienza, quanti credono nell’amore, nella vita, nella famiglia – scrive don Tardani – non possono votare lo schieramento avversario [alla Polverini, ndr], che nega concretamente tali Principi”. “Anche l’ipotesi di astenersi dal voto – continua il parroco – è una scelta inopportuna perché sono in ballo valori troppo alti ed è un momento molto critico in cui bisogna uscir fuori per difendere particolarmente i valori della vita e della famiglia e fermare la disgregazione ormai già in atto da molti anni nel nostro Paese”. La chiosa, in stile campagna elettorale: “Per questo, si può essere convinti che nel Lazio è meglio votare l’attuale schieramento di Renata Polverini come nelle altre Regioni coloro che sostengono tali valori”. A corredo del testo, in allegato, un articolo del giornale Libero, che riporta una foto della candidata del centrosinistra con il titolo “la Bonino praticava aborti illegali”.

“Non so se possiamo agire per vie legali contro di lui per questo invio, le nostre email sono in suo possesso dall’epoca del corso ma fino ad oggi ci aveva scritto solo per avvisarci di incontri comunque inerenti all’attività della parrocchia”, scrive un frequentatore dei corsi di don Tardani a Repubblica.it, il quotidiano che ha raccolto le proteste dei destinatari delle missive del parroco. “Ritengo che sia utile ed opportuno, in un momento storico come quello che il nostro paese sta attraversando, – scrive un’altra lettrice, riferendosi alla stessa email – palesare il ruolo della Chiesa nelle campagne elettorali”.

Il sacerdote che fa politica difende la propria azione: “Succede, ai cattolici, di andare in chiesa per fare il corso prematrimoniale per chiedere il matrimonio cattolico, per chiedere aiuto, indicazioni, e poi di ribellarsi quando queste indicazioni vengono date. La Chiesa ha le sue posizioni come chiunque altro: io non ho mandato le email a un gruppo di sconosciuti, ma alle persone che erano venute da me. In democrazia – si chiede don Tardani – possiamo esprimere anche noi le nostre posizioni in base ai nostri valori, oppure il sacerdote in quanto tale deve tacere?”.

L’episodio della propaganda per Renata Polverini da parte del parroco di Roma giunge in un momento caldo dei rapporti tra Chiesa e politica. A mettere in relazione i valori cristiani con l’appuntamento elettorale del 28 e 29 marzo è infatti il presidente dei vescovi italiani Angelo Bagnasco, che all’apertura dei lavori del Consiglio Episcopale Permanente ha espresso parole molto dure nei confronti dell’aborto, descritto come un’ “ecatombe progressiva”, che si vuole rendere “invisibile attraverso l’uso di pillole da assumere in casa”. “In questo contesto, inevitabilmente denso di significati – ha spiegato il cardinale – sarà bene che la cittadinanza inquadri con molta attenzione ogni singola verifica elettorale, sia nazionale sia locale e quindi regionale”.

di Jacopo Matano, Scuola di Giornalismo Luiss


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Punti di vista

Neanche questa foto ridicola della Polverini basta a mettere buon umore agli elettori di sinistra. Ebbene si. Il Lazio è passato alla destra. Un miracolo secondo la Polverini, un colpo di culo secondo me. Il Lazio, ha fatto una scelta chiara chiudendo un occhio riguardo all'imbarazzante dimostrazione di inettitudine dei pidiellini a svantaggio della Bonini, donna politica senza infamia e senza lode, ma che ha dato in queste elezioni una dimostrazione di competenza che ultimamente a Sinistra non si fa notare. Ma le brutte notizie non finiscono qui l'idiozia fa sentire il suo olezzo non solo in Lazio ma anche all'Aquila, dove alla provincia ha vinto il PdL. E questo nonostante il fatto che il governo pidiellino ha fatto ben poco per il terremoto che ha colpito l'Abruzzo. Il masochismo è ormai una qualità tutta italica e io sto prendendo in considerazione l'idea di trasferirmi in Siberia.

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lunedì 29 marzo 2010

RAI PER UNA NOTTE. Cosa cambia per la RAI, i media e Berlusconi, dopo il successo del programma di Santoro.

Dalla notte stellare del 25 marzo niente è più lo stesso nel sistema integrato dei media: Tv, web, satellite, digitale terrestre, radio, piazze, un mix di luoghi virtuali e concreti, che hanno fornito la rete di trasmissione del programma anticensura organizzato dalla FNSI e condotto da Michele Santoro, "Raiperunanotte". Un successo di ascolti, che va ben aldilà delle rilevazioni tradizionali eseguite dall’Auditel. Un caso mediatico unico in Europa ed esemplare a livello mondiale.

Cosa cambia per la TV e per la RAI, ora? Intanto, la censura non paga. Un pubblico “fidelizzato” a certi programmi segue autori e conduttori anche in altre reti, che siano quelle tradizionali o quelle di “Nuova Generazione”. Il pubblico giovanile, già poco presente negli share di ascolto RAI, preferisce “navigare” verso altri lidi tecnologici. Così la RAI invecchia il suo target, ma la stessa epidemia sta colpendo anche Mediaset. Sarà un problema che interesserà da subito anche gli inserzionisti pubblicitari. Quando in una serata come quella di giovedì scorso, il panel complessivo di ascolti delle reti tradizionali si abbassa di parecchi milioni di utenti, a favore dei nuovi media, suona un campanello di allarme!

Il mercato è maturo, seppure ancora un po’ indefinito, a recepire inserzioni pubblicitarie via WEB. Magari non con i soliti spot, insopportabili, che interrompono “le emozioni”, che chiudono temporaneamente il racconto mediatico del programma, ma come sponsor di qualità all’inizio, a metà percorso e alla fine dell’opera stessa. Questo è quanto vuole un “pubblico adulto”, che si è fatto le ossa sul WEB, scaricando file più o meno abusivamente, chattando di notte, dialogando nei social network, bloggando o discutendo nei forum dei siti più o meno politicizzati. Ed è un pubblico vasto, che abbraccia tutte le sfumature del popolo italiano, sia generazionalmente (svariando dai 18 ai 70 anni), sia come cultura (da medie superiori a laureati, ma anche ad “alfabetizzati di ritorno” grazie al WEB), sia poi per classi sociali: la rete è interclassista e supera le barriere di provenienza di “casta” economica o lavorativa. Il cosiddetto “Popolo viola” ne riassume perfettamente tutte le caratteristiche.

Calerà nel tempo, quindi, la disponibilità da parte dei grandi pubblicitari a investire nelle reti tradizionali, spostandosi, come già avviene in USA, Canada e Gran Bretagna, verso i “New media”, verso l’interconnessione tra le varie piattaforme. Pertanto, non solo la RAI dovrà correre ai ripari, ma anche Mediaset. Qui sta il vero problema di Berlusconi. La sua idiosincrasia a confrontarsi col mercato, con la libera concorrenza, lo ha sempre spinto, prima negli affari immobiliari, poi con i media e, infine, nella politica, a mettere nell’angolo i “competitors” ,utilizzando tutti i mezzi leciti ed illeciti, come dimostrano anche questi ultimi 16 anni di inchieste giudiziarie e di processi.

Partito con l’ombrello politico di Craxi e dei socialisti lombardi, ma anche mantenendo forti contatti con i democristiani meneghini, Berlusconi si è allargato dall’immobiliare alla TV, alla grande distribuzione. Con la Standa (la prima “Casa degli italiani”, ricordate?) è stato il suo primo, grande flop, tanto da rimetterci soldi, sonni e alleanze. Era incapace di reggere alla concorrenza agguerrita delle altre catene distributive nazionali ed europee ed era ancora pieno di debiti (tanto che le banche e la Consob avevano obbligato il gruppo a ripianare i debiti bancari attraverso gli introiti giornalieri della Standa). Forse, studiando con attenzione il caso Standa, si potranno scoprire i veri lati deboli e il castello di illusioni su cui si basa il “successo” politico di Berlusconi! Lo stesso sta avvenendo con i New media.

Berlusconi crede di poter “raschiare il fondo del barile” del suo consenso, ancora basandosi sull’elettorato scarsamente acculturato, fatto anche di pensionati e casalinghe, di gente senza idee politiche precise, qualunquiste, di strati della popolazione interessata a fare gli affari tipo “mordi e fuggi”, propensa all’evasione e all’elusione fiscale, che si identifica con il successo del leader “fai da te” e con i suoi molteplici programmi reality. Questo “panel” è in via di esaurimento, però, perché la stessa crisi economica e sociale ha colpito pesantemente il loro potere di acquisto e li ha fatti ricadere sulla cruda realtà: si sentono isolati dal resto delle altre categorie sociali, il loro “tiranno-sultano” non ha più ricette miracolistiche, le famiglie entrano in crisi interna, prospettive di qualsiasi genere, lecite ed illecite, per uscire dal tunnel non ne intravvedono. E poi c’è la crescita inarrestabile e liberatoria della Rete, che sta coinvolgendo larghi strati della popolazione, anche quella un tempo più sensibile ai richiami illusionistici del “mago di Arcore”.

Sulla rete di discute, ci si incontra come in una piazza o in un locale virtuali, si confrontano gli stili di vita e si confessano le difficoltà. Si cerca anche di reagire solidaristicamente. Si tenta di inventarsi espedienti per uscire dalla crisi e per “farsi vedere”, “farsi riconoscere”, magari nelle piazze reali, dove si organizzano eventi concreti. Si esce dall’isolamento locale, regionale, nazionale e, persino, internazionale. Si scambiano, quindi, informazioni e si ricevono analisi, critiche, filmati, contenuti informativi da realtà diverse e più libere di quelle italiane. Un po’ come succede negli stati davvero più oppressi da regime autocratici o dittatoriali, come Cina, Iran, Russia. Questo scambio fondamentale per la circolazione dei diritti di libertà a livello mondiale fa sì che anche un popolo molto “provinciale”, come quello italiano, abbandoni i “paraocchi mediatici” e scopra che “il re è nudo”.

Ecco, allora, consumato il “grande tradimento” nei confronti di Berlusconi, ecco spiegata l’ossessione del “tiranno-sultano” contro alcuni programmi tv, contro Santoro, Travaglio e Dandini, contro i giornalisti e la stampa ancora liberi. Berlusconi ha trovato nella Rete i suoi “competitors”, certo ancora senza collegamenti diretti e scambievoli con i settori della politica di opposizione o dell’economia e della finanza che contano; ma questi "competitors" ora esistono, escono allo socperto, organizzano eventi di piazza, e stanno mutando sia il mercato sia le regole del gioco. La politica “tradizionale” fa fatica ad appropriarsi di questi nuovi luoghi dei “messaggi”: i “nuovi media” sono troppo fluidi, incostanti ma anche straripanti, un po’ anarcoidi e , comunque, gelosi della loro indipendenza sia a livello di movimenti sia a livello di singoli.

Questa realtà moderna comunque consuma, vive realmente i drammi e la crisi della società, che si informa onnivoramente, in maniera spezzettata (dai siti dei quotidiani on-line italiani ed esteri, dalle WEB TV e Radio di tutto il mondo,ecc..), che coinvolge e si fa coinvolgere in mille attività e appuntamenti quotidiani: ebbene questo “nuovo mondo” sta alla base del successo di “RAIperunanotte” e corrode le fondamenta stessa del regime autocratico, che Berlusconi ha costruito dagli inizi degli anni Novanta.

Il cammino verso l’uscita del tunnel non sarà breve né indolore, ma il popolo libero ci si è incamminato. Questa volta, non è più solo, ha voce, volti e possibilità di farsi sentire dentro e fuori i confini d’Italia. Ed è anche una realtà "sensibile, appetibile" per il mercato nel senso più vasto del termine (consumi, pubblicità,ecc.). Per queste ragioni, fa paura al “tiranno-sultano”. Per questo, assisteremo nelle prossime settimane ai micidiali colpi di coda del regime.

Ma se il “gigante rosso” cinese non è riuscito a fermare Google, refrattario ad ogni censura, di certo non sarà Berlusconi a bloccare questa ondata liberatoria. Altro che “toghe rosse”, “giornalisti comunisti”, "intercettazioni spazzatura", “leader politici giustizialisti”! E’ dal mondo della Rete che il “mago di Arcore” deve guardarsi. E non c’è avversario più difficile da contrastare di quello che sfugge alle regole tradizionali, antiquate, perché dotato di mobilità, flessibilità, fluidità e idee sempre nuove.

di Gianni Rossi, da Articolo 21.

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RAI PER UNA NOTTE, un successo: le foto delle piazze italiane.


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venerdì 26 marzo 2010

New York Times: Il Papa sapeva tutto

Il Papa, quando era ancora il cardinale Joseph Ratzinger, e il cardinale Tarcisio Bertone, attuale segretario di Stato Vaticano, occultarono un caso di pedofilia negli Stati Uniti che riguardava un prete accusato di aver molestato almeno 200 bambini sordi. A sostenerlo è il New York Times sulla base di alcuni documenti ecclesiastici dei quali il quotidiano statunitense è venuto in possesso. il caso era avvenuto in una scuola del Wisconsin.La corrispondenza interna tra vescovi del Wisconsin e l'allora cardinale Ratzinger, scrive il New York Times, mostra che la priorità principale era a quel tempo quella di proteggere la Chiesa dallo scandalo.La vicenda riguarda il reverendo Lawrence C. Murphy, che aveva lavorato nella scuola dal 1950 al 1977. Nel 1996, riferisce il quotidiano americano, Ratzinger non fornì alcuna risposta a due lettere che gli furono inviate dall'arcivescovo di Milwaukee, Rembert G. Weakland, mentre solo otto mesi più tardi il cardinale Tarcisio Bertone diede istruzioni ai vescovi del Wisconsin di avviare un processo canonico segreto che avrebbe potuto portare all'allontanamento di padre Murphy.Bertone, precisa però il New York Times, fermò questo processo dopo che lo stesso padre Murphy scrisse al cardinale Ratzinger ricordando che il caso era sostanzialmente caduto in prescrizione. "Voglio solo vivere il tempo che mi resta nella dignità del mio sacerdozio. Chiedo il vostro aiuto in questa vicenda", scrisse il sacerdote.Nei documenti ottenuti dal quotidiano dai legali di cinque uomini che hanno fatto causa alla diocesi di Milwaukee, non c'è traccia della risposta di Ratzinger a questa lettera. Ma secondo quanto si legge, padre Murphy non ricevette mai alcuna punizione o sanzione e fu trasferito in segreto in alcune parrocchie e scuole cattoliche, prima di morire nel 1998.La salute precaria di padre Murphy e la mancanza di nuove accuse nei suoi confronti sono stati elementi determinanti nella decisione di non punirlo. E' il commento del portavoce del Vaticano, padre Federico Lombardi. Padre Murphy, dice padre Lombardi citato dal New York Times, ha certamente abusato di bambini "particolarmente vulnerabili" e violato la legge. Si tratta di "un caso tragico". Lombardi ha però sottolineato che il Vaticano è stato messo a conoscenza del caso solo nel 1996, anni dopo la fine delle indagini. Sui motivi per i quali padre Murphy non sia mai stato punito riducendolo allo stato laicale, il portavoce ha risposto che "il diritto canonico non prevede punizioni automatiche". Ha quindi aggiunto che la precaria salute di padre Murphy e la mancanza di nuove accuse nei suoi confronti sono stati elementi determinanti nella decisione. Il sacerdote è morto nel 1998, due anni dopo che il Vaticano venne a conoscenza del caso.Due americani vittime di preti pedofili e due attivisti di un'associazione che raccoglie denunce di abusi sessuali commessi da sacerdoti, sono stati fermati dalla polizia mentre distribuivano volantini contro Papa Ratzinger al limite tra piazza Pio XII e piazza San Pietro. Uno di loro indossava un cartello con una foto di Ratzinger. Gli agenti hanno identificato i quattro chiedendo di seguirli in commissariato.
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Visti truffati


Un business paragonabile forse solo alla pirateria. Una truffa colossale, che coinvolgerebbe, in particolar modo, l'ambasciata italiana di Nairobi. È quanto emerge dall'ultimo rapporto del Gruppo di Monitoraggio delle Nazioni Unite, presentato martedì al Consiglio di Sicurezza dell'Onu.L'anarchia su cui si basa la fragile amministrazione in Somalia sembra aver "contagiato" anche tutte le istituzioni che con lei hanno svariate relazioni. Dopo le malversazioni negli aiuti destinati alla popolazione somala dal Programma alimentare mondiale, ora tocca al traffico di documenti.Tra i 12 e i 13 mila dollari per un uomo, 15 mila invece per una donna: questo il prezzo di un visto per l'Italia. L'indagine dei funzionari Onu ha rivelato i dettagli di una frode che coinvolgerebbe gli esponenti di più alto livello del governo di transizione somalo e almeno una funzionaria dell'ambasciata italiana, che tuttavia non è stata nominata.

Il canale politico

Il sistema approfittava dei documenti di viaggio rilasciati a ministri, deputati e alle loro delegazioni. Le rappresentanze occidentali in Kenya firmano infatti ai funzionari somali, per "cortesia" diplomatica, i visti necessari ad adempiere alle loro funzioni. Venivano così messe in piedi delegazioni diplomatiche fasulle, con tanto di familiari al seguito, che poi sparivano nel nulla una volta raggiunta la destinazione, nello specifico: l'Italia.La somma ricavata, sempre secondo l'Onu, era versata su un conto di garanzia tramite una società di money transfer, fino a quando i "clienti" non arrivavano in Italia. Il denaro veniva, poi, equamente spartito tra tutti i protagonisti dell'affare. Nel rapporto viene più volte indicata una donna dei servizi consolari presso l'ambasciata italiana a Nairobi, come il punto di riferimento per tutte le operazioni.Una volta arrivati in Italia, i somali contavano sul supporto di una rete secondaria che avrebbe potuto fornire loro documenti falsi con un'addizionale di 3.000 dollari.
Interrogato sulla questione dall'organismo, l'ambasciatore italiano Stefano Dejak ha elencato le misure messe in atto per contrastare il fenomeno. Nel febbraio 2009 Dejak ha inviato una lettera al primo ministro somalo, mentre in maggio ha chiesto un incontro dell'organismo dell'Unione Europea che si occupa di immigrazione. «A entrambe le azioni non ci sono state conseguenze», spiegano i funzionari Onu. Dejak ha anche comunicato al governo somalo che i visti richiesti dai parlamentari erano in continua crescita tanto da costringerlo a rifiutarne 50.

Beneficiati bucanieri e terroristi

«Tra coloro che possono permettersi di pagare una cifra simile, ci sono individui che traggono profitto dalla pirateria o leader di gruppi armati», questo il punto più inquietante dell'indagine, che riporta casi in cui membri delle milizie islamiste di Hizb Al Islam e Al Shabaab (quest'ultima dichiaratasi vicina alla rete di Al Qaeda) hanno utilizzato la stessa via di accesso all'Europa.
Tra i principali "broker" di visti figura un deputato somalo di nome Abdiaziz Abdullahi Mohamed, detto "Abdi-hukun", ex membro del parlamento dell'Unione Africana (Ua). Nonostante non ricopra più questa carica da 5 anni, è in possesso di un passaporto Ua e di un documento di viaggio svedese che gli permette di viaggiare e reclutare, insieme ad un complice legato ad Al Shabaab, giovani della diaspora da mandare al massacro in Somalia.
Nell'aprile 2009, Abdiaziz ha richiesto all'ambasciata italiana a Nairobi, i visti per due uomini, membri della sua famiglia. I due avrebbero raggiunto Milano e, successivamente, lasciato l'Italia con documenti falsi per una destinazione ignota. In seguito, le indagini del Gruppo di Monitoraggio avrebbero svelato il legame tra i due e l'organizzazione islamista.
Ad approfittare dei "viaggi facili" ci sarebbero anche ricchi pirati. I funzionari dell'Onu ne avrebbero individuati tre: uno avrebbe ottenuto l'asilo politico in Svezia, il secondo avrebbe raggiunto l'Olanda passando dall'Italia, l'ultimo, invece, avrebbe preferito il Regno Unito. Tutti e tre sarebbero poi tornati nella regione somala del Puntland per riprendere la propria "attività".
E questa sembra essere solo la punta dell'iceberg, dato che l'indagine ha rivelato prassi simili a quelle che riguardano l'Italia, anche per Turchia, Russia, Sudafrica e Ucraina.

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giovedì 25 marzo 2010

Dolciumi e propaganda


La Destra sta vivendo queste benedette elezioni regionali come se gli elettori fossero tutti dei bambini di una scuola materna. Impazza il modo di dire del "Partito dell'amore", striscioni che recitano "l'amore vince sull'odio" e un sacco di altre iniziative che sembrano decise dall'inventore dei teletubbies. L'ultima di cui sono venuto a conoscenza trova la sua posizione in Toscana dove per il PdL corre Monica Faenzi, che prima del giuramento di sottomissione al cavaliere non avevo mai sentito nominare. La furba toscanella ha avuto l'idea di distribuire nella sua campagna elettorale come segno di magnanimità e pietà dei "cioccolatini della libertà" come strumento di pubblicità. Infatti i cioccolatini (fondenti per giunta, a Destra non sanno nemmeno distribuire del cibo decente) sono rigorosamente incartati in un incarto azzurro come il PdL, la frasina a effetto "la Toscana vuole cambiare" e riportano anche un bigliettino à la Bacio Perugina, dove per fortuna non ci sono scritte smancerie federicomocciane, ma vi è qualcosa di ancora più subdolo ovvero gli slogan pidiellini proposti dalla Faenzi per la regione di dantesca memoria. Non so voi, ma a forza di tutto questo clima sdolcinato mi sta venendo il diabete. Un coccoloso "diabete della libertà", ma comunque un fottuto diabete!

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mercoledì 24 marzo 2010

Questa è follia!


Arroganza e/o demenza senile. Solo questa è una possibile risposta all'interrogativo "perchè Berlusconi ultimamente dice frasi senza senso?" Sporadicamente infatti ne ha detta qualcuna di cui ancora non riesco a percepire il senso logico. Qualcuno si ricorda della su uscita natalizia sul "regalare e regalarsi" una tessera del PdL? Bene, ora si aggiunge un altro nonsense alla sua mirabolante collezione. Senza alcun motivo logico infatti le Chevalièr d'Arcòre ha invitato a chi lo vuole votare di "telefonare alle ex ragazze" per convincerle a votare PdL. Qualcuno può spiegarmi il senso di tutto ciò? Per fortuna (o sfortuna, dipende dai pensieri di voi lettori) non si è limitato a delirare e ha detto qualcosina di degno di nota, esprimendosi chiaramente riguardo all'UDC, dicendo in modo cristallino che i Casiniani sono suoi nemici (almeno in Puglia) . Ma la cosa che fa ridere è un'altra. Berlu ha infatti definito la sua politica come vicina alla chiesa! Grottesco dato che il partito di Silvietto si basa più sul libertinismo che la libertà vera!

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martedì 23 marzo 2010

Una voce fuori dal coro. (Lettera di Aldo Antonelli, parroco)

Siamo sotto una grandinata di bombardamenti senza sosta e senza misura e senza ritegno.
Dalle prediche blasfeme di don Berlusconi alle false esecrazioni morali del Papa, passando per i comizi fascisti dell'onorevole Bagnasco.
A ruoli invertiti il puttaniere pluridivorziato fa omelie sull'amore e il papa che da cardinale per 24 anni, dal 1981 al 2005, ha visto passare sotto le sue mani tutti i casi gravi di devianza sessuale commessi da sacerdoti senza che movesse un dito. E' sua la lettera solenne del maggio 2001 (Epistula de delictis gravioribus) che poneva sotto segreto pontificio tali delitti.
Il Falso per antonomasia e il falsificatore di professione fonda il Movimento dei Missionari della Verità e il cardinale chiude gli occhi e allunga la mano per benedire. Anzi allunga tutte e due le mani: una per prendere e l'altra per benedire.
Da ladri professionisti ben si intendono: ambedue ladri di cosciena e di buona fede. Ladri di libertà e di dignità.
C'è un tribunale internazionale cui deferirli?
L'uno con il suo sorriso a gremagliera e l'altro con il pastorale a mò di scimitarra!
Il primo che rifonda il Fascismo del nuovo millennio e il secondo che riscrive il Sillabo in lingua moderna.
Ambedue ladri e ambedue assassini: uccisori di democrazia e affossatori del Concilio.
Disobbedir loro è ormai un dovere morale, urgente e improcrastinabile.

Don Aldo Antonelli, parroco


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Non sono un monarca, sono un Dio

Siamo in tempi bui, e ultimamente queste regionali stanno contribuendo ad una sorta di allenamento dello storcere il naso, penso infatti che potrei proporre di fondare delle olimpiadi associate ad esso, e sono anche sicuro di vincerle. Ieri sono riuscito a dare una sbirciatina ad un video che racchiudeva in sè alcune interviste, inquietanti ma parecchio spassose, perchè spesso i beceri che venivano intervistati davano l'idea di manifestare giusto per ammazzare il tempo. Impagabile una scena muta di un intervistato quando il giornalista gli ha chiesto di cosa ha bisogno l'Italia. Ma togliendo tali frivolezze c'è il maggiore punto da tenere in considerazione che non è inquietante e spassoso, ma inquietante e basta. Sto parlando del "patto della libertà" e del giuramento che il Team dei candidati berlusconici ha recitato vicino all'illustre leader (cliccate qui se volete vedere dettagliatamente questo becero gesto di sottomissione al Capo, ma vi assicuro sono stati riscontrati attacchi di rabbia, diarrea, nausea, impotenza sessuale e impulsi suicidi in chi ha visionato con cura il video, io stesso penso che finito l'articolo andrò in bagno, giusto per sicurezza, dato che indosso i miei pantaloni preferiti e non vorrei rovinarli) . Ma c'è anche qualcos'altro di particolarmente sgradevole ed è l'ennesima dimostrazione d'arroganza del cavaliere. Intanto continua a dire iperterrito che il suo gradimento è alle stelle (anche se col flop dell'ultima manifestazione i conti non tornerebbero!) e, cosa da scompisciarsi, dice di non essere un monarca. L'effetto comico poi è ulteriormente amplificato dalla sua affermazione detta subitissimo dopo, ovvero che è "offensivo" parlare di una sua successione, come per dire che sarà premier a vita!
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domenica 21 marzo 2010

Il partito dei guastafeste


Lo sapevo che non poteva essere una splendida giornata. Doveva esserci qualcosa a rovinare tutto. Infatti a rendere felice codesto giorno è stata la manifestazione pdiellina per il salvataggio della Polverini, rivelatasi un fiasco totale, dato che il milione annunciato dal PdL non s'è fatto vedere. E questa è occasione di grandi festeggiamenti, però c'è sempre un però. In una giornata iniziata in modo tanto gaio qualcosa doveva pure intromettersi e rovinare TUTTO. E tale cosa si chiama PD. Infatti Mazzarano politico piddino ha fatto la solita fine che ultimamente fanno molti piddini, ovvero quella del gettare la spugna, più precisamente dimettendosi dal proprio incarico. Il suicidio politico è dettato da una cazzata che ha fatto, ovvero il farsi pagare da Tarantini il pappone-imprenditore preferito di Silvio. Certo, le dimissioni sono anche accompagnate dalla coerenza e da un certo rispetto per la giustizia, però non si può continuare così. Il Pd con questi casi, i più lampanti dei quali sono stati Del Bono e Marrazzo, stanno assimilando sempre di più l'etichetta di chi predica bene e razzola male. Infatti i modi con cui cercano di accalappiarsi qualche elettorino in più senza crisi interne spesso coincidono con il cattolicissimo espediente della demonizzazione della moralità dell'avversario (cosa che è stata spesso usata anche dallo stesso Berlusconi nei confronti degli spietati comunisti), rimanendo però fregati dalle loro stesse mani con queste dimostrazioni di profonda idiozia ed incoerenza. Per questo ultimamente la Sinistra non è più tanto di moda in Italia. Prima di tutto perchè non è più "vera" sinistra e poi perchè i partiti d'opposizione al governo di centrodestra sono formati da un ideologia così eterogenea che per evitare la minima guerra intestina si rimane in una sorta di perenne stasi. Il Pd infatti è il proverbiale elefante rinchiuso in un negozio di cristalli: ogni passo che fa rischia di far crollare tutto.

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venerdì 19 marzo 2010

Doveroso avviso


La Par condicio è una cosa becera, a mio parere. Lo è perchè è coercitiva, e lo è perchè, secondo me è inutile. La TV non è ancora un essere senziente quindi non può cambiare canale autonomamente per fare il lavaggio del cervello al telespettatore di turno. Questo infatti, a prescindere dal suo Q.I. o dal suo orientamento politico ha il libero arbitrio televisivamente parlando. Infatti può, se vuole, evitare il Talk Show x o y, semplicemente cambiando canale. E se lo guarda, difficilmente cambia opinione sul nome da "crocettare" alle elezioncine di turno. Senza contare poi che stavolta la condicio è abbastanza impari dato che Berlusconi tiene in pugno l'informazione (vedi Minzolini) e quindi parla ogni volta che vuole e tra un'accusa ai giudici una alla magistratura e una a Topo Gigio ammicca a qualche elettore in crisi di identità politica per accalappiare il suo voto tra le sue file. Ergo posso dire di essere felice quando vedo in azione lo spirito tipicamente italico dell'arrangiarsi posso solo che esultare. Santoro ieri sera alla trasmissione "parla con me" della Dandini annunciato che lui insieme agli altri "reietti" della TV sta infatti aggirando le regole del Capo utilizzando un altro mezzo di informazione, ovvero la rete. Il 25 Marzo al Paladozza di Bologna Santoro, insieme a Giovanni Floris e persino Daniele Luttazzi parteciperà alla manifestazione (visualizzabile in streaming nella rete) della Libertà d'informazione. Chi è interessato clicchi qui.

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giovedì 18 marzo 2010

Felicità repressa


Appena ho letto su google news questa notizia il mio spirito anticlericale si è subito alzato in piedi per prepararsi a innumerevoli salti di gioia e tripudio, ma leggendo nel dettaglio l'articolo è tornato a sedersi, deluso. Ad uno dei soliti discorsi del papozzo germanico un americano proprio sotto il palco ha dato spettacolo sputando insulti su insulti, apparentemente rivolti al Santo Padre, "Gioia e tripudio!", direte anche voi, lettori anticlericali! E invece no... Le guardie pontificie prendono il malcapitato (e fin qui è normale) e lo interrogano. Lo stempiato urlatore dice che è stato tutto un equivoco, che le sue ingiurie erano indirizzati ai politici americani filo abortisti (?????), che chissà perchè pensava di trovarli nella città eterna. E quindi le guardie pontificie, dato che il miserello ha dimostrato di essere una delle bigotte pedine del pensiero cattolico, è stato rilasciato senza colpo ferire. E questi due fatti cambiano radicalmente la mia reazione alla notizia. Intanto la stima verso l'antiabortista cala, sia perchè si è dimostrato un idiota nel posto sbagliato, sia perchè è un fanatico retrogrado, di quelli che personalmente isolerei in una relegata isola caraibica per poi sganciarci sopra una bomba H per fare piazza pulita e lanciarne un'altra per essere sicuro non rimangano sopravvissuti. Per i Papisti poi? Che dire? I soliti ipocriti, probabilmente se gli insulti del pazzoide fossero stati indirizzati non a dei politici americani "senzadio"ma verso qualsiasi membro della chiesa, anche il più inutile dei chierichetti della santa Chiesa cattolica romana il malcapitato avrebbe dato una scusa a Ratzy e Company per rifondare la Santa Inquisizione! (la Carfagna non c'entra un cazzo, ma per rappresentare l'ipocrisia l'immagine che ho scelto è a dir poco PERFETTA)

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mercoledì 17 marzo 2010

Nigeria: morti a Jos


Almeno 500 morti, centinaia di feriti, 95 persone arrestate: sono i dati dell'ultimo massacro avvenuto a Jos, città nigeriana capoluogo dello stato di Plateau, più volte teatro di scontri tra civili. Nella notte tra sabato e domenica, uomini armati di fucili e machete hanno attaccato tre villaggi abitati in prevalenza da popolazioni appartenenti alla comunità Birom, di religione cristiana, uccidendo uomini, donne e bambini. La responsabilità dell'azione è subito stata attribuita alla comunità di nomadi e pastori musulmani (Hausa Fulani), che avrebbero così vendicato le violenze commesse in gennaio dai Birom. Violenze che causarono oltre 400 vittime.
Proprio dagli scontri di gennaio, nella città di Jos è in vigore il coprifuoco notturno: dal tramonto all'alba le strade sono pattugliate dai militari. Una misura di sicurezza decisa da Jonhatan Goodluck, presidente ad interim, ma che non è servita a fermare nuove violenze.
Domenica sono scattate ulteriori misure di controllo, con i militari che hanno imposto la calma in tutta la zona. Lunedì si sono riuniti i rappresentanti religiosi delle diverse comunità per analizzare quanto successo e decidere una linea comune. Ma i capi religiosi, da soli, non sembrano essere in grado di risolvere un problema, che di fatto non ha origine religiosa.
La classe politica nigeriana cerca di nascondere i problemi sociali della regione dietro motivazioni di fede, ma la natura degli scontri è soprattutto sociale e politica, e ruota attorno al delicato problema della proprietà della terra, contesa tra pastori (tradizionalmente nomadi e musulmani) e contadini stanziali, in maggioranza cristiani. A questa divisione si somma quella tra "indigeni" e "coloni", ai quali non vengono garantiti tutti i diritti politici e sociali. Quello che è un conflitto comune a tutto il paese, a Jos viene dipinto come scontro religioso anche per ragioni politiche: i cristiani si riconoscono nel People's Democratic Party (PDP - partito al potere attualmente), mentre l'All Nigeria People's Party è il partito dei musulmani.
Politici locali e nazionali usano la loro influenza per aizzare ora l'una, ora l'altra parte, in base ai propri interessi politici.
Lo stato di Plateau è il simbolo di questo conflitto: si trova esattamente al centro del paese, e rappresenta la cerniera tra il nord a maggioranza musulmana e il sud, abitato prevalentemente da cristiani.
Il fragile equilibrio tra le due opposte componenti del paese deve fare quindi i conti con il problema sociale e politico, prima che religioso. Nemmeno le più alte cariche dello stato sono immuni da questo gioco: tradizionalmente, presidente e vicepresidente devono appartenere a regioni (e quindi religioni) diverse. Questa è una delle ragioni che mantiene il paese nello stallo politico: Goodluck, cristiano della regione del Delta del Niger, non ha pieni poteri di azione ed è sotto stretto controllo della stessa maggioranza che lo sostiene. Il presidente Umaru Yar'Adua, fuori dai giochi politici ormai da mesi per motivi di salute, è invece un musulmano del nord. Con un'economia che si basa soprattutto sullo sfruttamento del petrolio da parte delle multinazionali straniere nel sud del paese, un conflitto mai risolto con i militanti del Mend nella regione del Delta del Niger e una situazione istituzionale estremamente fragile, il problema della sicurezza della città di Jos non sembra essere in cima all' agenda della classe politica nigeriana.
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lunedì 15 marzo 2010

BERLUSCONI DENUNCIATO PER VIOLAZIONE DEI DIRITTI DELL'UOMO.

L'11 marzo 2010 la “Open Society Justice Initiative”, in qualità di terza parte indipendente che agisce solo nel pubblico interesse, ha depositato un istanza presso la Corte europea dei diritti dell'uomo in cui viene denunciato il non rispetto delle norme europee democratiche sul pluralismo dei media e sulla illegittimità del controllo televisivo di radiodiffusione televisiva in Italia detenuto dal primo ministro Silvio Berlusconi. Viene anche rilevato che all'emittente “Europa7” da più di un decennio viene di fatto negato l'accesso ad uno spazio televisivo.


James A. Goldston, direttore esecutivo dell'Open Society Justice Initiative, ha dichiarato “Questo caso evidenzia il fallimento dei governi italiani che si sono succeduti nel tempo ad affrontare il duplice problema del controllo dei media concentrato su una singola persona ed il conflitto di interessi nelle trasmissioni. La situazione italiana è inaccettabile per una democrazia e noi chiediamo alla Corte europea di sostenere i principi del pluralismo dei media".
Nel 1999 le autorità italiane hanno concesso a “Europa 7” una licenza per operare attraverso una stazione televisiva nazionale ma questa operatività non è mai riuscita a concretizzarsi fino a dicembre 2008, quando si sarebbe dovuta liberare una frequenza a lei destinata. In realtà “Europa 7” ancora oggi non è stata messa in grado di operare.

Goldston aggiunge “L'Italia ha la più alta concentrazione di controllo televisivo accentrato in un singolo individuo rispetto a tutto il resto dell'Europa. Questa mancanza di pluralità può soffocare il dibattito e limitare l'accesso del pubblico alle informazioni e alle prospettive critiche".
Come capo del governo Silvio Berlusconi controlla indirettamente la televisione pubblica dello Stato ,la RAI, che insieme alla sua più diretta proprietà, Mediaset, gli permette di esercitare il controllo su circa il 90% delle trasmissioni televisive su territorio italiano.

Nel 2004 sia il Consiglio d'Europa che il Parlamento europeo hanno condannato l'aperto conflitto di interessi che Berlusconi ha a causa di suoi interessi professionali privati e delle sue responsabilità politiche, ma la situazione da allora persiste inalterata e questa circostanza ha fatto si che l'attuale Governo venisse ripetutamente accusato di eccessiva ingerenza con le scelte editoriali della RAI, diretto concorrente finanziario dell'impero Mediaset di Berlusconi.

Il comunicato ufficiale della “Open Society Justice Initiative

di Susanna Ambivero da "Il Blog di Susanna Ambivero"


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Post vergognosamente plagiato, ma necessario


Ultimamente avrete notato che metto un sacco di immagini di repertorio, sarà perchè le mie ricerche di immagini non sono molto fortunate, o semplicemente perchè sto inconsapevolmente strisciando nel tunnel dei nonsense. L'immagine di Stephanie Meyer è tra le prime immagini che ho trovato cercando su google immagini la parola "plagio" e dato che sono pigro e che la Meyer è comunque un bel pezzo di femmina oltre che un'astuta manipolatrice delle adolescenti in crisi ormonale amanti di maschi dall'aspetto decisamente efebico mi sono accontenato perchè fa la sua porca figura. Curiosando tra i blog che pubblicizzo ho scoperto una bella notiziola. La fonte è Candidonews e la notizia, o meglio la doppia notizia porta un interessante arietta di cambiamento nella destra italiana. La prima più che buona è comica: secondo l'onorevole UDC Ciccanti Cuffaro è innocente per le sue frequentazioni mafioseggianti, dato che ha incontrato tali boss senza sapere che fossero tali, e qui ho da dire che sia Cuffaro che Ciccanti ci fanno brutta figura. L'uno perchè dimostrerebbe la sua innocenza, ma con essa anche la sua incompetenza e la sua idiozia, l'altro semplicemente ci fa la figura dell'idiota perchè difende un altro idiota, ad aggravare tale mancanza di raziocinio c'è anche il fatto che Ciccanti non sapeva un particolare abbastanza importante. Infatti si poteva risparmiare di difendere il compare perchè non fa più parte dello schieramento casiniano! La seconda notizia è ancora più ghiotta ed è più o meno l'ufficializzazione del divorzio venturo tra Berlusconi e Fini, dato che quest'ultimo ha deciso di sganciarsi dal PdL e rifondare un partito suo, il cui nome e la nascita sono previsti per il primo di Aprile, che sia un pesce d'Aprile annunciato o una vera buona notizia non c'è ancora dato saperlo. Spero ovviamente per la seconda, anche che come pesce d'Aprile sarebbe piuttosto arguto.
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domenica 14 marzo 2010

Piccole consolazioni

Lo so. L'immagine non c'entra molto,ma raffigura il soggetto dell'articolo e mi piaceva. Parlando di cose serie, noi italici non siamo gli unici a vivere il famigerato periodo dell'attesa dell'election day per le regionali. Anche oltralpe è tempo di cambiamenti di poltrona. E i risultati lì sembrano favorevoli alla sinistra. Ciò mi rende da una parte felice perchè vuol dire che vicino all'Italia c'è un bastione dove potere emigrare se il clima politicosocialculturale italico si fa ancora peggiore (le pecche di un'emigrazione saranno l'apprendimento del francese, lingua che mi piace, ma che in un mese di vita a Parìs non ho assorbito bene la sua conoscenza, senza contare che qualche mese dopo il soggiorno avevo già pressochè dimenticato il gallico idioma, e poi ci sarebbe il problema dei prezzi, piuttosto altini, almeno quando ci sono andato 5 anni fa) tornando alle elezioni la mia contentezza non è totale. Una sconfitta per Sarkozy è si una sconfitta della destra, tuttavia ho il timore che sia dovuta non tanto ad un vero incremento della sinistra in Francia, ma è successo così solo per la delusione dei Francesi rispetto al comportamento del buon Nicolàs nei confronti della celebre crisi economica, e non per questioni "davvero" ideologiche. Quindi chi mi dice che in Francia non ci sia ancora qualche elettore che per un piatto di lenticchie fa il tanto amato salto della quaglia? Temo infatti che questo non sia un fenomeno solamente italiano. Senza poi contare che (qualche sinistroide potrebbe storcere il naso a questa mia affermazione) Sarkozy, ameno per me, non si è rivelato come il politico irrimediabilmente diabolico che mi ero aspettato ai tempi della sua vittoria. Certo, non è una persona che vorrei eccessivamente come compagno di bevute o come vicino di casa, però non è una persona a me insopportabile come invece è il caro Silvio. Sarkò infatti non è entrato in politica per proteggere la sua fedina penale (almeno così io so), e non ha alle spalle innumerevoli figure di merda nel suo paese all'estero come succede a qualcun altro che non nominerò. A parte il nepotismo nei confronti del suo biondo figliolo poi, non ho avuto modo di vedere altri atti moralmente dubbi durante il suo mandato, e cosa non ultima non ha messo davanti il suo batacchio alla sua politica: per quanto io sappia non ci sono politiche (o politici!) che sono sulle loro poltrone grazie ad un contatto con i genitali di Sarkozy!

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venerdì 12 marzo 2010

Squallor-TV


Forse l'articolo che sto scrivendo non è il massimo della serietà, però volevo sfogarmi un po'. Innanzitutto volevo parlare di uno Spot che mi ha praticamente fatto ribollire il sangue nelle vene per la rabbia.Si tratta del nuovo spot pubblicitario della trasmissione che vedete sopra ritratta. Purtoppo (ma anche per fortuna) non sono riuscito a ritrovarlo nella rete e quindi lo descriverò cercando di essere più comprensibile possibile. La pubblicità inizia in un ufficio dove un giovanotto non proprio aitante, tipico clichè del "nerd" legge una proposta di lavoro all'estero e sembra entusiasta all'idea di accettarlo, nel suo tragitto verso l'aereoporto sentiamo la solita voce fuori campo della mediaset che parla della fuga dei cervelli in Italia (problema realmente esistente per motivi più che logici dato che l'intelligenza e la cultura in Italia ormai sono un perfetto sinonimo della parola "noia") e chiede al pubblico se sa quale è la risposta a tale problema, e entusiasticamente risponde egli stesso a tale complicata domanda con una risposta molto semplice : la gnocca (usando il termine "pupa" molto più politically correct). Io appartenendo alla categoria dei nerd e aspiranti tali mi sono sentito offeso. Certo, essendo un eterosessuale io do la giusta valutazione all'organo riproduttivo suddetto, però certamente non basterebbe per farmi rimanere in un paese. Non sono così meschino da accttare di adeguarmi alla mediocrità dello stato in cui vivo semplicemente accettando in cambio soltanto un discreto quantitativo di sesso, perchè sicuramente non rinuncerei alla possibilità di essere pagato meglio vivere in uno stato dove l'intelligenza non è apprezzata solo in reality show di infimo ordine come "la pupa e il secchione"! E sicuramente i secchioncelli che accettano di parteciparvi non sono degni di appartenere a tale "casta intelletuale" dato che prostituiscono il loro cervello donandolo alla macchina mediatica. Ma non è l'unico argomento per cui storco il naso, poc'anzi ho infatti visto per caso su studio aperto un servizio sulla lingua italica parlata dai turisti che scelgono disgraziatamente di visitare il nostro barbarico paese. L'articoletto non era altro che una squallida derisione nei confronti dei poveri stranieri ( intervistando dei poveri germanici, giapponesi e inglesi sfortunatamente capitati per le strade di Roma) e delle loro difficoltà nel pronunciare al meglio le nostre parole come "tagliatelle" "metropolitana" e altre. Voi lettori che ne pensate? Io lo ritengo estremamente rozzo e indegno di una nazione che si definisce civile.

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martedì 9 marzo 2010

Interpretare le coincidenze in modo assolutamente fantasioso


Non metto la foto del Che perchè sono uno dei tanti che lo ama come figura simbolo della rivoluzione, ma perchè anche se indirettamente, c'entra in questo articolo e dato che la mia ispirazione per le immagini come ben sapete è abbastanza scarsina rientra solo nelle categorie "immagini di repetrorio che serv ono solo a riempire il vuoto".A volte il Giornale è esilarante nelle sue baggianate, a volte fa semplicemente pena, e a volte le cose sono talmente grottesche che non si sa se catalogarle nell'uno o nell'altro gruppo di notizie. Ed è il caso del Giornale di oggi che ha pubblicato un articolo sulla sordida e diabolica mente di chi ha ordito ai danni del Partito del Lillipuziano. Sto parlando di Anna Argento (il cognome, prevedibilissamente è stato malamente canzonato dall'imbarazzante sense of humour de Il Giornale), il giudice che ha cacciato i pidiellini. La donna è ora sotto doppio controllo segreto da parte del governo berlusconico, alla maniera di Animal House e in qualsiasi cosa le si getta fango in faccia, oltre ai aquallidi giochi di parole coi film di Dario Argento il quotidiano di regime ha anche notato un terribile dettaglio nella vita di questa demoniaca donna, ovvero un ritratto, ben in vista di Ernesto Che Guevara, preso subito come prova per dare ragione a Berlu che vede i comunisti come l'anticristo. ma il Giornale si dimentica di un particolare. La buona Anna non ha fatto cancellare le listucce perchè glielo ha detto lo spirito del Che(o almeno non principalmente per quello), ma per rispettare quella misera cosa che ormai l'Italia ha dimenticato, ovvero la legge, che come dice la bisfrattatissima Costituzione italiana, è uguale per tutti.

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domenica 7 marzo 2010

Interpretazioni oniriche

Ormai i lettori sono consci del mio viscerale odio per la pseudoinformazione portata dai quotidiani pidiellini come Libero e Il Giornale (anche se, nonostante sono sinistroide, ammetto con la dovuta coerenza che anche le testate di sinistra hanno le loro esagerazioni) e quindi che abbia qualcosa da ridire su di essi è assolutamente normale tanto da rasentare la banalità, e quindi passerò oltre.Inaspettata è stata invece la mia reazione su Formigoni, politico che non mi ha mai arrecato particolare disturbo (sarà perchè sono di Roma e non lombardo) a parte quello delle idee da lui portate avanti. Ma adesso la mia indifferenza nei suoi confronti ha fatto le valigie lasciando posto al disprezzo e all'incazzatura nei suoi confronti. Ed è facile spiegarne il motivo, o meglio i motivi. Prima di tutto di Formigoni si sente parlare da parecchi anni oramai, non è un volto nuovo della politica di destra, e quindi c'è da aspettarsi una certa esperienza da parte sua. Quindi al momento della rischiata cancellazione delle liste uno se lo poteva aspettare dalla Polverini, un'arrogante donnicciola pesudofemminista in carriera alle prime armi con la micidiale burocrazia della politica italica, ma da Formigoni?E questo è uno dei campanelli d'allarme che mi ha fatto iniziare questo cambiamento della mia opinione nei suoi confronti, dato che con 35 anni di militanza politica una persona dovrebbe averci capito qualcosa dei letali meccanismi e lungaggini della sordida macchina infernale chiamata burocrazia! E invece no! Poi non contento Formigoni ce l'ha messa TUTTA per guadagnare il mio odio più profondo. Prima di tutto perchè Robertino è tra quelli che si è messo a piagnucolare per il suo sbaglio e che ha gettato la colpa agli spietati avversari , che a differenza di lui hanno avuto la buona idea di farsi il mazzo e recarsi ad un orario decente per presentare le proprie liste! E per farsi detestare in modo ancora più abissale dal sottoscritto bisogna fare un rapido salto avanti nel tempo, arrivando diirettamente a oggi. Dopo l'ennesima umiliazione nei confronti della democrazia ordita da Maroni, Formigoni tutto contento ha avuto la faccia di culo per dire che se le liste sono riammesse è stata una "vittoria senza aiutini"!Ma come gli viene in mente?il "casuale" aiuto del deus ex machina Maroni con suo decretino dove lo mettiamo? E la climax continua! Nel definire tutta la vicenda delle liste usa il termine incubo, e con questo non solo attira la mia rabbia ma anche quella di Freud, dato che incubo è un termine inaccettabile da questo punto di vista. E questo perchè in un incubo tu soffri, ma sei impotente,mentre in questa realtà tu, caro Robertuccio hai sofferto per colpa della TUA stessa incompetenza, e questa realtà è diventata tanto carina per la tua situazione non per il tuo bel faccino, ma perchè i tuoi grandi (e piccoli) capi hanno voluto così!
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sabato 6 marzo 2010

Nigeria presenta il conto alla Shell


Un processo esemplare, quello dell’Aia, che vede la Shell citata in giudizio dalle popolazioni del Delta del Niger: Goi-Ogoni, Ikot Ada Udo e Oruma, assieme all’associazione olandese Milieudefensie (Friends of the Earth Olanda). E’ la prima volta che la Shell è citata in giudizio in Olanda per crimini commessi all’estero. Dopo il processo svoltosi negli Stati Uniti, dove la Shell è stata costretta a pagare per evitare una condanna per complicità nell’assassinio del leader ambientalista nigeriano Ken Saro Wiwa, ora quattro contadini e pescatori nigeriani citano in giudizio il colosso petrolifero in Olanda. Il loro ambiente è stato distrutto dagli sversi di petrolio degli oleodotti della Shell, e i nigeriani chiedono che sia loro pagata la giusta compensazione per i danni subiti. Richiedono inoltre che la Shell avvii una completa operazione di bonifica.
La Shell respinge ogni responsabilità, ma evidentemente ha qualche ragione di temere il processo, dato che i suoi avvocati sostengono che la corte olandese non abbia alcuna giurisdizione sulle attività della propria sussidiaria nigeriana. Il primo verdetto riguarderà quindi la giudicabilità della Shell di fronte a una corte olandese, ma la Shell non accetta neppure questo procedimento."La Shell profitti milionari. Allo stesso tempo non rispetta la legge, inquina l’ambiente e impoverisce contadini e pescatori distruggendo i loro campi e i loro fiumi - commenta Geert Ritsema di Milieudefensie - E’ davvero triste che un’impresa di queste dimensioni si abbassi ad acrobazie giuridiche per evitere di assumere le proprie responsabilità". Secondo l’associazione, il danno ambientale non sarebbe frutto di semplici incidenti, ma segue uno schema di sistematico inquinamento ai danni dei diritti delle popolazioni locali, che si è protratto per anni."Questa gente ha chiesto più volte alla Shell di bonificare i siti inquinati, ma non hanno ottenuto nulla - spiega Chima Williams, dell’associazione nigeriana Environmental Rights Action - questa causa legale in Olanda è la loro ultima risorsa.

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Etiopia:fondi per carestia destinati per le armi


Siamo in Etiopia, durante la carestia che ha colpito il paese tra il 1984 e il 1985, nel pieno della sanguinaria dittatura di Haile Mariam Menghistu .Il Live Aid di Bob Geldof aveva trascinato il caso Etiopia sotto i riflettori di tutto il mondo. Grazie a lui, milioni di dollari si sono riversati nel paese per salvare un popolo ormai ridotto alla fame.A 25 anni di distanza, l'emittente britannica Bbc svela i contorni di una vera e propria commedia dell'arte, messa in scena dagli allora gruppi ribelli, per appropriarsi della montagna di denaro giunta in Etiopia. Funzionava in questo modo: gli aiuti giungevano sotto forma di cibo, oppure in denaro. Quest'ultimo, in particolare, serviva a comprare prodotti agricoli come il grano, dalle regioni vicine che potevano contare su una sovraproduzione. Poi il grano sarebbe andato a rifocillare la popolazione, stremata dalla fame.Questo è quello che Max Peberdy un operatore dell'organizzazione umanitaria internazionale Christian Aid, credeva di aver fatto, nel lontano 1984. Ma così non era.Araya Gebremedhin, ex membro del Fronte di Liberazione Popolare del Tigray (Flpt), movimento ribelle del quale faceva parte l'attuale primo ministro Meles Zenawi, in un'intervista rilasciata all'emittente britannica, ha dichiarato di aver vestito i panni di un mercante musulmano per poter incassare i soldi, mezzo milione di dollari, che il povero Peberdy si era ripromesso di spendere per l'acquisto di grano.Peberdy, scortato da una cinquantina di miliziani del Flpt, si è così incontrato con il finto mercante per trattare la compravendita di una partita di grano proveniente dal Sudan. Ad affare concluso Gebremedhin avrebbe consegnato al cooperante solo sacchi di sabbia, poi girati nelle mani di un'organizzazione umanitaria messa in piedi dallo stesso fronte di liberazione, la Relief Society of Tigray (Rst). La campagna avviata in quegli anni da Geldof, ha raccolto per la stessa organizzazione ben 11 milioni di dollari.Una truffa ben congegnata, dunque, tanto che Peberdy, interrogato dalla Bbc, insiste sul fatto di aver contribuito a contrastare la carestia, dichiarando disorientato: «Sono passati 25 anni da quando tutto questo è accaduto, e in 25 anni è la prima volta che qualcuno avanza accuse di questo tipo».Poco dopo, un comunicato diffuso da Christian Aid, negava la versione dei fatti fornita dalla Bbc, precisando: «La storia deve essere posta all'interno del contesto». A conferma della testimonianza fornita da Gebremedhin si è aggiunta quella di Berhe Aregawi, ex comandante del gruppo ribelle, oggi in esilio in Olanda.«Gli operatori umanitari erano ingannati» ha detto Aregawi, raccontando come in quegli anni il movimento mettesse in atto un vero e proprio teatrino ad uso e consumo delle organizzazioni umanitarie, per poter sottrarre loro i fondi destinati alla popolazione civile.
Ancora una volta, a sostegno della tesi, spunta un documento del 1985 della Central Intelligence Agency (Cia) statunitense, che spiega come gran parte dei fondi ottenuti dalle organizzazioni umanitarie per la fame in Etiopia, possano essere stati dirottati, in realtà, verso propositi militari. Grazie alla pubblicità fornita da Geldof, il denaro passato dalle mani del Flpt, è stimato essere intorno ai 100 milioni di dollari.

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venerdì 5 marzo 2010

6 marzo: No Razzismo Day




Domani, Sabato 6 Marzo, alle 14, appuntamento antirazzista a Milano, in Piazza Duca D'Aosta, davanti alla Stazione Centrale. Il popolo dei Blog e di Facebook scende in piazza contro il razzismo. Ancora una manifestazione autoconvocata e autoorganizzata dal popolo della rete. Il programma della giornata prevede un corteo che si snoderà per le vie del centro per tornare nella stessa piazza dove si svolgeranno gli interventi.
Oltre a decine di migliaia di internauti sono centinaia i circoli, i comitati e le associazioni che da tutta Italia hanno aderito alla manifestazione. C'è tutta la sinistra, e buona parte del centro sinistra: Rifondazione Comunista, Sinistra e Libertà, Pdci, con le segreterie nazionali, il Popolo Viola, il Comitato del Primo Marzo, ma anche Italia dei Valori della Lombardia, la Federazione della Sinistra, molti circoli del Partito democatico, rappresentanze dei movimenti studenteschi, centri sociali, comitati sindacali, associazioni cattoliche, evangeliche e musulmane.
A titolo personale hanno aderito anche personaggi della cultura e parlamentari (deputati, senatori e europarlamentari) come Moni Ovadia, padre Alex Zanotelli, Giulio Cavalli Piero Ricca o Leoluca Orlando, Oliviero Diliberto, Vittorio Prodi, Paolo Cento, Antonio Boccuzzi, Francesco Ferrante, Debora Serracchiani, Niccolò Rinaldi, Vittorio Agnoletto e molti altri.
«Protestiamo perché tacere ormai equivale ad essere complici - spiega Luigi Grimaldi, portavoce degli organizzatori - nell'acconsentire a uno stato di cose vergognoso fatto di bidonville, di fame, di paura e di miseria sistematizzate ». Si protesta contro degrado sociale e sfruttamento, considerati indegni di un paese civile. Si tratta di «scardinare la mentalità della divisione, dell'indifferenza e dell'arroganza che sta avvelenando il paese».
La piattaforma di No Razzismo Day chiede che «nel paese venga isolato e sconfitto il clima di intolleranza verso i migranti che è stato in modo cosciente seminato anche da irresponsabili forze di governo a fini elettorali fino al punto da creare un partito della paura. È stato appiccato un incendio che adesso i piromani della xenofobia non sanno più come controllare. Chiediamo che ai migranti, a prescindere dal loro status, siano garantiti i diritti fondamentali, umani e civili, previsti dalla costituzione e dalle leggi internazionali, in particolare in relazione agli articoli 2, 3 e 8 della costituzione, con riferimento alla convenzione 143 dell'Unione europea che garantisce la promozione della parità di opportunità e di trattamento dei lavoratori migranti ratificata dal nostro paese nel 1981».
Tra le varie richieste, dieci punti in tutto, anche quella affinché cessino le violazioni dei diritti umani per i lavoratori migranti sprovvisti di documenti così come la politica dei respingimenti. Di fatto vengono riprese le osservazioni mosse al governo italiano dal Consiglio per i diritti umani e dall'Alto commissariato per i rifugiati dell'Onu.


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mercoledì 3 marzo 2010

Una discreta dimostrazione di attributi



Certo, è il minimo che una volta tanto Bersani dica qualcosa contro i Berlusconici, ma era tanto che il buon Vicentino ultimamente aveva la spina dorsale di un baco da seta (notare che l'animale in questione usato per il paragone, è un invertebrato) è un piccolo passo avanti e non va ignorato. Bersy infatti ha detto una cosa non idiota, riguardo al casino della lista pidiellina, ovvero che è inutile per gli esponenti di Destra si lamentino e diano spettacolo dando inoltre colpe inesistenti a radicali e compagnia bella , dato che, come recita il proverbio "chi è causa del suo male pianga sè stesso". Il vecchio adagio citato da Bersani calza a pennello dato che se le liste non sono attive è colpa dell'incompetenza degli addetti ai lavori e non (una volta tanto!) dello Stato italico. Chicca apprezzabile di Bersani è stato il commento su Larussa, azzeccatissimo, dicendo che "vaneggia" e che non deve sollevare "polveroni". Non so se l'ultima parola sia stata detta senza pensarci e sia stata intelligemente usata per rigirare il coltello nella piaga per la buona Renata, che sotto secondo me ora sta stringendo le chiappe per paura di una sconfitta, nonostante la letale alleanza di fascisti e cattolici che ha creato... (Nella foto, la reazione della Sinistra alla cazzata, scusate il forbito francesismo, del PdL)


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