
Il lodo Alfano è illegittimo, perché viola ben due norme della nostra Carta costituzionale: l'articolo 3, che stabilisce l'uguaglianza di tutti i cittadini (anche di fronte alla legge); e l'articolo 138, che impone l'obbligo, in casi del genere, di far ricorso a una legge costituzionale e non ordinaria. Lo hanno deciso, a maggioranza, i giudici della Consulta, riuniti in seduta plenaria dalla mattinata di ieri, a proposito del provvedimento che sospende i processi per le prime quattro cariche dello Stato. A questo link il testo della sentenza.
Berlusconi: "Giudici di sinistra". La bocciatura a tutto campo, da parte della Corte costituzionale, colpisce un provvedimento fortemente voluto da Silvio Berlusconi. Che, prima, lascia commentare l'esito della vicenda al sottosegretario Paolo Bonaiuti: "Una sentenza politica, ma il presidente, il governo e la maggioranza continueranno a governare come, in tutte le occasioni dall'aprile del 2008, hanno richiesto gli italiani con il loro voto". Poi, uscendo da Palazzo Grazioli, non si tiene: "Vado avanti. La Consulta è politicizzata. E' di sinistra". E aggiunge: "Dobbiamo governare per cinque anni con o senza il Lodo. Non ci ho mai creduto perché una Corte Costituzionale con 11 giudici di sinistra era impossibile che approvasse tutto questo". Insieme, una filippica contro i giornali e i giornalisti di sinistra, i programmi di approfondimento di sinistra, il capo dello Stato "che sapete da che parte sta". Per concludere così: "A me queste cose mi caricano. Andiamo avanti. Viva Berlusconi". Più tardi, quando gli riferiscono le parole di imparzialità che arrivano da Quirinale ("Il capo dello Stato sta dalla parte della Costituzione con assoluta imparzialità"), il Cavaliere perde quasi le staffe: "Non mi interessa quello che dice Napolitano. Mi sento preso in giro".
BERLUSCONI: VADO AVANTI, CONSULTA È DI SINISTRA (Video da Sky TG24, 07 Ottobre 2009)
Concetti che il premier ha poi ripetuto in una telefonata a Porta a Porta: "In Italia abbiamo una minoranza di giudici di sinistra, una stampa di sinistra con a capo Repubblica, una Rai che, a parte lei signor Vespa, va contro il governo, e in più un capo dello Stato espressione della vecchia maggioranza di sinistra". "Su Napolitano - ha insistito Berlusconi riferendosi ai giudizi espressi in precedenza - ho detto quello che penso: non ho nulla da modificare sulle mie dichiarazioni che potrebbero essere anche più esplicite e più dirette".
Intervento telefonico di Berlusconi a Porta a Porta (Video, Parte 1)
Intervento telefonico di Berlusconi a Porta a Porta (Video, Parte 2)
Più tecnico il primo commento del ministro della Giustizia che ha dato il nome al Lodo: "E' una sentenza che sorprende, e non poco, per l'evocazione dell'art.138 della Costituzione. La Corte Costituzionale - afferma il Guardasigilli - dice oggi ciò che avrebbe potuto e, inevitabilmente, dovuto dire già nel 2004 nell'unico precedente in materia". Poi, Alfano spiega: "E' incomprensibile come abbiano potuto spendere, nel 2004, pagine su pagine di motivazioni relative alla rinunciabilità della sospensione processuale, alla sospensione della prescrizione e tanto altro ancora senza fare alcun riferimento alla necessità di una legge costituzionale. Tale argomento, preliminare e risolutivo, è inspiegabile che venga evocato quest'oggi". E, a "Porta a porta", comunque, fa sapere che il governo non intende proporre un disegno di legge costituzionale.
Duro l'avvocato Niccolò Ghedini, avvocato del premier: "Questa è una sentenza con cui la Corte rinnega principi da se stessa già enunciati. Si pretende, contro la volontà popolare, che il presidente del Consiglio anzichè occuparsi dei problemi nazionali ed internazionali, sia costretto a seguire evanescenti processi".
Berlusconi ritorna imputato. La sentenza, sul piano pratico, sblocca i due processi milanesi a carico del premier (per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato inglese Mills, e per reati societari nella compravendita dei diritti tv Mediaset), congelati proprio a causa del lodo. La Corte ha quindi accolto i dubbi di legittimità sollevati dai magistrati del capoluogo lombardo. La Consulta ha invece dichiarato inammissibile il terzo ricorso, proposto dal gip di Roma chiamato a decidere se archiviare (come chiesto dalla procura) la posizione di Berlusconi - indagato per istigazione alla corruzione di alcuni senatori, eletti all'estero durante la scorsa legislatura.
Corte divisa. I giudici costituzionali sono entrati in camera di consiglio ieri, ma la giornata si è conclusa con una fumata nera. Da qui la seconda riunione, quella odierna: mattinata ancora con un nulla di fatto, e poi, nel pomeriggio, la pronuncia è arrivata. Una scelta non facile, quella dei giudici. Anche perché tra i membri della Corte si è consumato uno scontro tra i favorevoli e i contrari. Fino alla decisione finale: a quanto sembra nove dei quindici membri si sono espressi per l'illegittimità, sei erano di parere diverso.
Il caso Bossi. Prima della pronuncia della Consulta, le parole più forti le ha pronunciate Umberto Bossi: "Non sarà bocciato, speriamo bene: ma non si può sfidare l'ira dei popoli. Se il lodo sarà bocciato la Lega trasformerà le elezioni regionali in un referendum sul premier". Parole, le sue, che hanno provocato reazioni forti di condanna, da parte di tutti i partiti di opposizione.
Le motivazioni della sentenza. Si conosceranno solo tra qualche settimana, quando il giudice relatore, Franco Gallo, le avrà messe nero su bianco, per poi sottoporle nuovamente al voto dei giudici in camera di consiglio.
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Rassegna stampa (DALL'ESTERO):
Italy’s top court to rule on Berlusconi immunity
(Financial Times)
Berlusconi hits out at court ruling
(Financial Times)
Italian court rules Berlusconi's immunity law unconstitutional (The Guardian)
Silvio Berlusconi faces fight for career as top Italian court strips PM of immunity (Times Online)
La Cour constitutionnelle italienne invalide la loi d'immunité protégeant Berlusconi. (Le Monde)
El Constitucional echa por tierra la ley de inmunidad que protege a Berlusconi (El Paìs)
Rassegna stampa (DALL'ITALIA):
La Consulta: lodo Alfano illegittimo. Berlusconi: "Vado avanti, giudici di sinistra" (La Repubblica)
"Il Lodo Alfano è incostituzionale" (La Stampa)
Lodo Alfano bocciato, il premier si scatena: «La Consulta è di sinistra, vado avanti. Quello che dice Napolitano non mi interessa» (Il Messaggero)
Ecco cosa prevedeva il Lodo Alfano (Il Messaggero)
LODO ALFANO: QUIRINALE, NAPOLITANO STA DALLA PARTE DELLA COSTITUZIONE (ADN Kronos)
LODO ALFANO: BONDI, SENZA BERLUSCONI NON C'E' SPERANZA (AGI News On)
«Corte di sinistra». Scontro con il Quirinale (Momento-Sera)
Lodo Alfano – La sentenza della Consulta non è una bocciatura del Governo (Agorà Magazine)
L'irritazione del Quirinale: "Tutti sanno che il capo dello stato sta con la Costituzione" (L'Unità)
BERLUSCONI: QUIRINALE, CAPO STATO STA DALLA PARTE DELLA COSTITUZIONE (Asca)
Lodo Alfano bocciato, Napolitano risponde a Berlusconi: “Sto dalla parte della Costituzione” (Blitz Quotidiano)
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Ora la Legge dovrebbe fare il suo giusto corso, almeno questo è quello che si auspica la gente di buon senso:
7 ottobre 2009 - Dopo la bocciatura del Lodo Alfano, il Premier viene contestato fuori dal Palazzo Grazioli, da alcuni cittadini che gridano: "Fatti processare"; "In galera".
Il Video
MILANO - Tre persone che avevano urlato frasi offensive all'indirizzo di Silvio Berlusconi, poco prima che il premier entrasse alla mostra in corso a Palazzo Venezia a Roma, sono state denunciate. Secondo quanto si è appreso le tre persone mentre il premier si accingeva ad entrare a Palazzo Venezia, hanno urlato: «In galera, in galera, la legge è uguale per tutti». Le forze dell'ordine hanno in un primo momento bloccato una delle tre persone e successivamente le altre due. I tre sono stati poi accompagnati nel vicino commissariato di polizia dove sono stati denunciati. All'uscita della mostra, stessa scena: altri tre contestatori e altre denunce. I tre hanno urlato al premier: «In galera, in galera». Anche in questo caso i tre sono stati quindi accompagnati negli uffici del commissariato e denunciati.
Contestazioni al premier, sei denunciati
(Corriere della Sera) 07 ottobre 2009
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INFINE UN GRAZIE, A QUEI 15 GIUDICI, CHE PUR SVOLGENDO IL LORO LAVORO, HAN FATTO UN GRANDE REGALO ALL'ITALIA. È DIVENTATO, IN ITALIA, UN CASO SPORADICO E QUASI ANOMALO, IL VERIFICARSI DI ACCADIMENTI COME QUELLO DI OGGI, OSSIA IL SEMPLICE ATTENERSI ALLA LEGGE.
I quindici giudici della Consulta che hanno bocciato il Lodo Alfano
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