sabato 20 giugno 2015

Ultime parole famose remastered edition

Caio Giulio Cesare: Venni, vidi, vinsi.
Partito Democratico: Venni, vidi, vidi ancora, rividi, pensai, vidi...
Movimento 5 Stelle: VEnNi, ViDi gOMbLoTTO!11!!!111!
Lega Nord: Venni, vidi, RUSPA!
Forza Italia: Venni, vidi, mi hanno frainteso.
PD (continuo) ...Mi arresi.
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Napoleone Bonaparte: Con le baionette puoi farci pressoché di tutto, tranne che sedertici sopra !
PD: Oh guarda, una baionetta! Avevo proprio voglia di sedermi!
M5S: Lo sai dove te la metto la Baionetta?
LN: Con le Baionette puoi farci tutto, ma vuoi mettere con la Polenta?
FI: Conosco una ragazza marocchina in grado di fare giochetti niente male con un arnese simile...
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Anonimo: Squadra che vince non si cambia.
PD: Squadra che PAREGGIA non si cambia!
M5S: sQuaDRA cHE viNcE è pAgAta DAllA KA$$$TA!
LN: Squadra che vince ce l'ha duro!
FI: Squadra che vince, accetti carta di credito o contanti?
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lunedì 23 marzo 2015

This War Of Mine

Ho finito per la prima ( e forse non ultima) volta This War Of Mine.Sicuramente non è spettacolare e non ci sono esposizioni di raggi laser, tette, esplosioni, tette spara aser, esplosioni di tette o laser esplosivi come nei prodotti di Software House famose e di tendenza. Si tratta però di un gioco fuori dall'ordinario in grado di farti riflettere sulle persone comuni che si vedono strappata la possibilità di vivere serenamente in casa loro per via di una guerra che ha polverizzato in pochi attimi la loro casa, la loro quotidianità e ha ridotto in macerie ogni sogno che potevano avere prima del conflitto, in una parola, la loro umanità. Questo gioco mi ha fatto imprecare per la sua difficoltà, dovuta a meccaniche di gioco semplici ma rigide (l'assenza di un sistema di salvataggio personalizzabile ne è un esempio lampante), ma l'atmosfera inedita in un videogioco di una guerra (fittizia ma ispirata all'assedio della città di Sarajevo) vista da civili che lottano con le unghie e coi denti per sopravvivere mi ha dato soddifazione e fatto emozionare. Questo gioco ti immerge in una situazione tragica e rende palpabile l'ingiustizia di un conflitto che decima più civili che militari e ti fa empatizzare con i sopravvissuti che il gioco ti assegna da guidare. Un'empatia che non ritrovavo dai tempi della prima stagione videoludica di The Walking Dead. Giusto per farvi comprendere il livello di tale full immersion nel mondo di gioco prendete come esempio la mia furia omicida quando un'oretta (reale) fa, a due giorni (ludici e non reali) dalla fine del gioco mi è morto uno dei sopravvissuti, il possente Boris mentre andava a cercare provviste in una chiesa occupata da banditi (di cui, per aggiungere altra rabbia, avevano trucidato il prete e gli sfollati indifesi che vi si erano rifugiati) quando il gioco mi ha riportato ero così toccato dal lutto dei rimanenti "survivors" e dalla loro conseguente depressione che di notte ho inviato uno di loro nuovamente in chiesa allo scopo di ammazzare a colpi di fucile a pompa i suddetti assassini per pura vendetta e rabbia, e non di certo per il bottino, che si limitava a una manciata di cibo e liquore; allo stesso modo si può prendere esempio la volta in cui un "vicino di casa (o meglio, di rudere) " decide di donare, a gratis, del cibo ai miei uomini, mi sono quasi commosso, come se mi trovassi davvero in quella situazione. Tutto questo groviglio di emozioni e dolori viene trasmesso al giocatore semplicemente tramite semplicissimi messaggi di testo (il gioco non ha parlato) di narrazione o di dialogo.

lunedì 23 febbraio 2015

Il Settimo Figlio

Qualche mese fa vidi nei miei vari viaggetti su internet il trailer di questo film e, ahimè, non posso che ammettere che il motivo principale che ha attratto il mio interesse era la possibilità di vedere Jeff Bridges, che ultimamente è tra i miei attori preferiti, alle prese con un titolo fantasy. Tale motivo era seguito, anche se marginalmente dall'interesse per una nuova saga di tale genere. Per un po' di tempo ho quasi dimenticato questo film fino a qualche giorno fa perché , prevedibilmente, è entrato in programmazione nelle sale cinematografiche.
Ieri, senza esitazione, ho colto l'occasione di vederlo al cinema. Jeff Bridges, per quanto mi dispiace ammetterlo, negli ultimi 3 film (questo compreso) in cui ho visto le sue interpretazioni mi pare un po' statico.
Ne "Il Grinta", film in cui Bridges torna a lavorare coi fratelli Cohen dopo quel gran capolavoro de "Il Grande Lebowsky" (se non lo avete visto ovviate alla lacuna, e ve lo dice qualcuno che lo ha visto in ritardo di parecchi anni) Jeffone propone al pubblico una ex Cowboy tosto e burbero ma a tratti simpatico e di buon cuore, e come se non bastasse ha dei baffoni fighissimi. Tre anni dopo Jeff interpreta nel film R.I.P.D. un pistolero tosto e burbero, ma a tratti simpatico e di buon cuore, e i suoi mirabolanti baffi contribuiscono al mantenere la qualità del film relativo ad un livello non certo eccezionale ma almeno medio-alto. ADESSO,  nel 2015, Jeff Bridges recita nel film Il Settimo figlio e interpreta un mago guerriero tosto e burbero, ma a tratti simpatico e di buon cuore,  e con dei baffi che, nonostante siano davvero notevoli, hanno rotto un po' il cazzo. Sono l'unico a trovare un po' ripetitivo tutto ciò? Passando ad altri elementi la sceneggiatura , a parte gli interventi di Jeffone, che fanno ridere un po, ma risultano ripetitivi e stupidi a lungo andare (oltre ad essere fastidiosamente simili a quelli fatti nel suddetto R.I.P.D.) è piuttosto scarsa. Neanche per quanto riguarda la trama riesco a dare un giudizio positivo. I protagonisti, Bridges nel ruolo del veterano Gregory e Ben Barnes nei panni dell'inesperto, per usare un gentile eufemismo, apprendista Thomas, sono due maghi che oltre ad poco caratterizzati e credibili hanno dei poteri magici alquanto limitati, che partono all'avventura per sconfiggere un'antagonista femminile (interpretata da una milfissima Julianne Moore che oltre ad essere attraente posso dire che si è impegnata a cercare ad alzare la qualità del film, ma purtroppo era un compito troppo difficile da lasciare ad un solo membro del cast) Madre Malkin , una strega malvagia che vuole mettere a ferro e fuoco il mondo per motivi banali che se siete curiosi vi spiegherò nella sezione "spoilerosa" che se volete potete leggere fra qualche riga. Il personaggio più interessante è Zanna, un tizio simile ad un orco che non dice una parola per tutto il fottuto film. Ho detto tutto. Unica cosa che si salva è la spettacolarità del film, con effetti speciali decenti, scene d'azione abbastanza pregevoli e location visivamente gradevoli.
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Avviso già da ora che nello sfogo farò grande uso di spoiler grandi e piccoli quindi se volete ancora vedere il film nonostante la mia introduzione siete in tempo per smettere di leggere quello che scriverò dopo questa riga.
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O dopo questa.
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Ancora qui ?
Bene, iniziamo col dire che all'inizio il film sembra decente, con Gregory  che, anni dopo aver relegato Madre Malkin in una prigione sulla sommità di una montagna, sta rilassandosi nella taverna di una cittadina quando il suo "socio" William interpretato da Kit Harington, (l'attore bello ma cane  che recita ne "Il Trono di Spade" indossando i pesanti panni di Jon Snow) , lo avverte di una ragazzina posseduta dalla diabolica Malkin , di nuovo libera dalla lunga prigionia. Dopo aver mostrato la sua cazzutaggine menando una guardia cittadina colpevole di averlo insultato, il vecchio Gregory affronta la strega e dopo una breve collutazione in cui il mago riesce a chiuderla dentro una gabbia, ma qui avviene il colpo di scena: il film NON finisce!
La tizia porta nella gabbia William e "Greg" nel tentativo di uccidere la nemica brucia il suo apprendista (con conseguente gaudio del sottoscritto)  mentre la strega trolla tutti fuggendo dalla gabbia
Subito dopo facciamo la conoscenza del giovane Thomas, settimo figlio di un settimo figlio sette volte più forte di un normale essere umano (mi ricorda qualcosa) e secondo me sette volte più stupido dell'essere umano di prima, mentre è intento a renderci partecipi della sua pessima mira, della sua frustrazione dovuta al suo lavoro di porcaro nella fattoria di papà, che, a mio parere è comunque meglio di essere disoccupato o lavorare in un call center, e infine del suo amore per la peperonata, che gli consente spesso di avere delle visioni premonitrici. Per motivi non spiegati benissimo (probabilmente gli sceneggiatori hanno pensato che lo spettatore potesse accontentarsi della spiegazione semplice "Jeff Bridges ha dei baffi stupendi ed è un mago quindi STACCE" ) Gregory si sta recando nella suddetta fattoria per reclutare Thomas, o meglio, comprarlo da suo padre con alcune monete d'oro , probabilmente troppe, data la qualità dell'acquisto. Qui gli sceneggiatori ci deliziano con il cliché del rapporto Insegnante severo/Studente pirla e, soprattutto, con la tempesta ormonale di Tom. A forza di guardare maiali per tutta la sua adolescenza, il baldo giovine appena vede per la prima volta in tutta la sua vita ragazza con cui non condivide rapporti di parente, se ne innamora perdutamente diventando schiavo del proprio salsicciotto. Casualmente, questa Alice è una strega sedicente "buona" figlia di una strega a sua volta (mi ricorda di nuovo quel qualcosa), che sempre per caso è la luogotenente di Malkin.
Ed è proprio quando inizia questa linea romantica che il film inizia a precipitare verso il baratro, con una pioggia di cliché incessante come ad esempio il fatto che, rullo di tamburi doveroso, Malkin è diventata malvagia e con tendenze omicide solo perché il suo ex, OVVIAMENTE Gregory, si è sposato con un'altra donna e l'ha mandata nella Friendzone. Poi parliamo dei seguaci della strega, tutti mutaforma, manco si trattasse di druidi di Dungeons And Dragons. La suddetta mammina di Alice è la prima della lista: Lizzie, (La bella Antje Traue),  che è sette volte più figa della figlia e condivide una differenza di età con quest'ultima di non più di 10 anni (dato per i clichè fantasy le streghe a volte sono ultralongeve e si conservano alla grande), inizialmente leale a Malkin, ma verso la fine la tradisce per salvare la vita ad Alice che prevedibilmente cede agli ormoni come il suo boyfriend. Poi c'è Urag, un bruto che ha rubato il cappello a Bofur dello Hobbit e ha l'hobby di trasformarsi in orso. Muore in modo piuttosto banale ed è il primo ad essere sconfitto. Dilettante. Segue Radu: Capo di una gilda di assassini vestiti ESATTAMENTE COME GLI IMMORTALI DI 300, a dire dello stesso Radu, d'elitè,  con l'innegabile abilità di impiegare meno di 2 minuti per morire uccisi dai protagonisti. Radu ha l'abilità di trasformarsi in un super varano cazzutissimo ma, facendo lo sborone, decide di combattere alla pari con Gregory verso la fine del film, solo per morire in modo umiliante. Il quarto, di cui non ricordo il nome ricorda Dhalsim di Street fighter e viene ammazzato dalla mamma di Tom (ah, giusto, si scopre che è una strega anche lei, ma è buona e, ops, muore contro la cattivona). Si prosegue con la controparte maschile della dea Kalì, un tizio piuttosto anonimo che fa parte dei morti nel combattimento finale. E per finire Malkin muore da pirla: dopo avere ammazzato la sua stessa luogotenente si ritira nelle sue stanze per piangere e viene ammazzata da Tom che per la prima volta della sua vita, non mira alla cazzo di cane. Non si spiega inoltre il passaggio di Tom da "Cazzone incapace" a "Super mago" in meno di una decina scarsa di fotogrammi
Concludo con un laconico MAH.

mercoledì 21 gennaio 2015

Dimentica il mio nome

Uno degli aspetti positivi dell'avere un fratello è che alcuni regali che gli fai per il compleanno, che siano videogiochi, libri, fumetti e simili diventano potenzialmente usufruibili anche per te. L'ultima Graphic Novel di Zerocalcare appartiene a questa categoria, fortunatamente.
Non penso che Michele Rech Alias Zerocalcare (ma va bene anche viceversa, credo) abbia bisogno di presentazioni dato che il mio (per fortuna) non è l'unico sito internet rimasto online sulla faccia della Terra e come autore è ormai conosciuto e apprezzato a livello nazionale. Giustissimamente tra l'altro. Il tratto grafico, sempre caratteristico di Zero (abbrevio per pigrizia) non perde il suo smalto nella sua ultima pubblicazione continua a stupire per lo stile caricaturale e di qualità, con scene serie intervallate, ogni tanto da momenti che strappano una risata al lettore. Non sono un grande esperto di fumetti quindi mi placo per evitare potenziali catastrofi. Dimentica il mio nome affronta, di nuovo ma in una modalità ancor più fantasiosa e estesa, il tema del lutto, per entrare nel vivo nel mondo di Zerocalcare, nell'intimità della sua storia familiare dando vita ad una storia perennemente a metà tra il fittizio e il reale in grado di tenere il lettore incollato alle pagine. Il tutto riuscendo a farci riflettere e ragionare, mentre esploriamo il rapporto di Zero con i genitori e la nonna materna, la sua infanzia e la sua adolescenza, e non ultima l'odissea che rappresenta il tortuoso viaggio personale che porta lui, e anche noi tutti, al paesaggio all'età adulta.