sabato 31 dicembre 2011

Poteva andarci peggio!

Dopo aver passato un Natale imprecando tra i denti per la morte di Bocca temevo che a Capodanno avrei dovuto assistere ad un lutto di un'altra degna persona, invece a quanto pare no. Sarò un perfido essere a dire una cosa del genere, ma la morte di Don Luigi Verzè, fondatore dell'ospedale S. Raffaele di Milano non è un decesso che merita eccessive lacrime, dato che è stato uno di quei tanti ecclesiastici (anche se lui è stato un "rinnegato" delle schiere del Vaticano) protagonisti di sprechi che hanno danneggiato gravemente i fondi dello stato Italiano. Certo a suo onore va detto che a differenza dei suoi "ex compagni di banco" del Vaticano si è dichiarato favorevole all'eutanasia e questo me lo rende minimamente degno di stima... Ma l'ammirazione per Gheddafi e Berlusconi di certo non me lo rende simpatico. Senza contare tutte le vicende giudiziarie come la condanna per abuso edilizio e tentata corruzione che non lo rendono un cristiano DOC... So che due post fa ho criticato Feltri per un aggressione fatta ad un personaggio deceduto e si potrebbe arrivare a pensare che attaccando così tanto Verzè predico bene e razzolo male, però io ritengo che le persone siano diverse e certe volte meritano di essere criticate per il loro operato e screditate, altre invece no.
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giovedì 29 dicembre 2011

Un Padano modello

Spesso i ragazzi sono precoci, ognuno a modo suo. C'è chi matura precocemente nella mente o nel , c'è chi fuma o inizia a drogarsi ad un età record, c'è qualcuno che senza nemmeno avere raggiunto i 15 anni ha già l'esperienza sessuale inquietantemente ricca come quella di un 40enne navigato, e poi , in un caso a parte c'è Renzo Bossi. A quanto pare, ancor prima di diventare a tutti gli effetti un membro del consigliere regionale lombardo aveva già potuto usufruire di un abitudine che è quasi un clichè nella vita di un politico della Repubblica italiana. Sto parlando dei festini. Quando il giovane Renzetto si trovava a Brescia per farsi scegliere come membro del consiglio, si faceva ospitare nella villa di Alessandro Uggeri, amico di Renzo. Finora quasi niente di che: Renzo si fa ospitare (in onore di chissà quali grandi meriti) in una dignitosa villa nel Bresciano. Tuttavia a quanto non si limitava a dormirci e fare colazione, ma pare che durante la sua permanenza siano stati fatti in villa degli ameni festini a base di droga e troie, con Bossi Jr. a quanto sembra, presente. Secondo me è sempre più ridicola la Lega, nata per mano di teste di cazzo che, seppure razziste, inizialmente avevano come cavallo di battaglia il pallino della condotta irreprensibile! Il bello è che questa non è la prima volta che i leghisti fanno una figura di merda per quanto riguarda questioni di condotta, cito ad esempio cil fatto che pure l'orgogliosamente leghista Maroni (non mi stanco di ripeterlo) si è fatto corrompere quando era ministro degli interni!


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martedì 27 dicembre 2011

Meglio Anti-Italiano che Subumano

Il 25 Dicembre quando è morto Giorgio Bocca ero in vacanza in campagna e purtroppo non ho potuto scrivere niente a riguardo, anche se in ritardo voglio scrivere qualche riga su di lui, anche se indirettamente. Mi spiego meglio. Mentre io ero confinato in campagna con una connessione senza fili degna dell'illuminismo per la scarsa velocità, qualcun altro ha potuto pensare di mettere nero su bianco. Ed è stato Feltri, che ha scritto un articolo in cui non ha fatto praticamente altro che oltraggiare la memoria di Giorgio Bocca (senza che quest'ultimo per motivi ovvi potesse rispondere a tono). Vittorio parte già male e in modo abbastanza irrispettoso "Speravo di morire prima di Giorgio Bocca per non essere costretto a leggere i soliti elogi riservati ai defunti di successo. E invece mi tocca anche questa tortura. " Prima di tutto posso dire seguendo il suo esempio che anche io avrei preferito di vedere morto prima Feltri di Bocca, anche se per motivi molto diversi da quelli di cui parla il caro Vittorio. Ma non solo introduzione è una spalata di merda nei confronti di un giornalista degno di rispetto, ad ogni riga Feltri infierisce sulla morte di Bocca, screditandolo a più non posso accusandolo di essere un incoerente perchè è stato fascista prima di divenire partigiano. Quello che forse non ricorda è che gli italiani se volevano sopravvivere, se volevano trovare lavoro erano costretti a farsi identificare come seguaci del regime, quindi Giorgio Bocca probabilmente non l'ha fatto soltanto per viltà. E io vorrei aggiungere anche una cosa. Feltri accusa di incoerenza quando egli stesso ne è un maestro! Nell'anno 1994 il buon Vittorio sparava a zero su Bettino Craxi, poi ha incontrato Berlusconi che lo ha "redento" e da allora sappiamo come è andata a finire. Non basta? Secondo esempio. Nel '93 Feltri, dal suo giornale, L'indipendente, dichiara "A Montanelli invidio tutto tranne che Il Giornale. In fondo l'Indipendente continua a guadagnar copie, non c'è motivo perché io lo debba lasciare... Io al Giornale? Ma che cretinata. Berlusconi non m'ha offerto neppure un posto da correttore di bozze. M'incazzo all'idea che io, proprio io, sembro voler fare la forca a Montanelli. Io qui a l'Indipendente, mi diverto, guadagno copie, faccio il padrone e il politico. Mi spiegate perché devo fare certe cazzate? A carico di Montanelli, poi.." L'anno dopo, 1994 Paolo Berlusconi, allora redattore del Giornale propone al nostro eroe di sostituirlo. Sarà il cognome, sarà che forse l'indipendente non era un affare strabiliante come si era sperato, ma fatto sta che Feltri accetta e diventa il Boss di quel quotidiano che aveva tanto disprezzato poco prima! Sono combattuto. Da una parte spero che l'articolo appena scritto cada subito nel dimenticatoio e venga ignorato in toto da chiunque, perchè almeno in questo modo il buon Feltri parlerebbe al vuoto, dimostrando platealmente e ridicolmente la scarsa intelligenza e la scarisissima etica di uno scritto simile. Dall'altra parte invece avrei tanta voglia che il Feltri paghi duramente per tale sequela di insulti, vedendo la sua reputazione ridotta in pezzettini ancora più piccoli di quanto sono adesso, perchè penso di non essere l'unico a considerarlo una sorta di sciacallo piuttosto che un giornalista di professione. Ricordate il caso Boffo e le minacce a Fini? Io si..
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sabato 17 dicembre 2011

Metro 2033 di Dmitry Glukhovsky


Prima di leggere questo romanzo mi sono fiondato sul suo adattamento videoludico, uscendone tra l'altro completamente soddisfatto. Ma del gioco ne ho già parlato nell'altro blog in cui sono autore (si, mi sto autopubblicizzando. Che cosa triste.) e quindi passerò direttamente a scrivere qualcosa riguardo al libro. "Chi va là?Artyom, va' a vedere!" Artyom si alzò con riluttanza dal posto che aveva occupato vicino al fuoco e, imbracciando la mitragliatrice che portava sulla schiena si diresse verso l'oscurità. Si fermò al limitare della zona illuminata, poi tolse la sicura all'arma nel modo più rumoroso e minaccioso che gli riuscì e cominciò a urlare, burbero: "Fermi! Parola d'ordine!". Un'appostamento al buio di sentinelle armate, in una frontiera ancora non identificata. Così inizia il romanzo di Glukhovsky catapultando il lettore nella Mosca dell'anno 2033, o meglio, sotto Mosca. Una devastante guerra atomica, combattuta una ventina di anni prima, ha infatti reso inabitalie molte città del mondo, tra cui per l'appunto questa tentacolare metropoli russa. La poca gente sopravvissuta è riuscita a ricominciare una sorta di civiltà nella metropolitana di Mosca, dove le radiazioni non sono arrivate e dove l'aria è ancora respirabile. Il tutto arrangiandosi, creando coltivazioni improvvisate di funghi e allevamenti di maiali miracolosamente recuperati dagli Stalker. Tali individui sono coraggiosi esploratori dalla reputazione quasi leggendaria che equipaggiati per sopravvivere al meglio alle radiazioni ricercano in superficie qualsiasi cosa che possa aiutare la vita sottoterra o semplicemente possa far ricordare agli abitanti quel mondo, ormai antico perso nella guerra per colpa della stupidità dell'uomo. Una stupidità così dura a morire che anche sottoterra gli uomini si dividono e si combattono fra loro, a volte, in insulse guerre di logoramento. E alcune di queste fazioni sono le stesse che ci sono state prima del disastro: ci sono i comunisti, che cercano di portare le idee marxiste e leniniste nella metro adattandole alla nuova vita sotterranea, cosa che li spinge a confrontarsi con l'Hansa, una sorta di corporazione di mercanti, mentre e dall'altra parte ancora ci sono i fascisti che hanno creato una fazione intenta a formare "un quarto reich" , adattando la folle ideologia hitleriana alla cultura slava...
In mezzo a questo "background" che viene descritto in digressioni volte a fare immedesimare il lettore nel vivo di questa storia apocalittica, il ventenne Artyom deve fare i conti con una missione: informare la Polis, una sorta di capitale che raggruppa le quattro stazioni centrali della metro, di una misteriosa e inquietante minaccia rappresentata dai Tetri, creature che qualcuno arriva persino a definire l'evoluzione dell'Homo Sapiens. Per quanto riguarda la recensione vera e propria non ho tantissime cose da dire. Ho apprezzato molto la scelta dell'ambientazione, intesa dall'autore quasi come un monito contro la guerra, che non strappa solo le vite dei soldati impegnati sul campo di battaglia, ma ha il potere di azzerare qualsiasi forma di civiltà e cultura, nullificando lo sforzo di secoli di creare una società per alcuni versi moderna. Ho ritenuto molto adeguata la narrazione da "appendice" della storia della Città-Metro, e definirei come molto interessante l'idea del nuovo folclore creato dagli abitanti della nuova società: sono presenti storie e persino leggende che vengono raccontate dai vari personaggi che raccontano di vari argomenti come una stazione abbandonata, o uno Stalker di fama eroica, o i non ben definiti ricordi della vita precedente alla guerra nucleare.



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giovedì 15 dicembre 2011

Scusa ma ti chiamo stronzo. Atto Secondo

Continua la battaglia per ripulire l'Italia o almeno qualche luogo dalla immondizia made in Federico Moccia, nonostante ci sia stato qualcuno ad opporsi a questo: oltre al Sindaco di Roma e allo squallido scrittore di romanzetti rosa per ragazzine in calore si è unito anche Luca Zaia, che ha espresso il suo supporto dicendo che anche i lucchetti mocciani fanno parte della storia! Alemanno però ha ceduto e ha dovuto spostare l'inutile fardello costituito da una montagna di Lucchetti (probabilmente arrugginiti) in una terrazza sull'argine del Tevere, poco distante dal luogo originale, ovvero Ponte Milvio. Alemanno come ho detto nel precedente post ha cercato di temporeggiare dando vagamente il suo appoggio a quel sopravvalutatissimo scrittore che è Moccia e quindi ha cercato di essere meno drastico possibile per quanto riguarda la sorte dell'inutile ammasso di ferraglia, semplicmeente spostandolo di qualche metro. Personalmente avrei cercato di neutralizzarli in modo più utile, che so, fonderli e riciclarli forse? Tuttavia non sono un sindaco dal passato fascista e quindi è normale che la penso diversamente dal buon Giannino per quanto riguarda queste cose in qualche ambito. Inutile dire che quando Moccia ha messo piede sul ponte da lui sfigurato per discutere dell'esito dei lucchetti è stato contestato dalla folla che lo ha accusato (GIUSTAMENTE ) di averlo rovinato parecchio, al punto tale da ostacolare parzialmente il passaggio,appesantire il ponte con tutto quel metallo, e deturparlo.
Mi vorrei soffermare soprattutto sul terzo punto perchè non penso sia un belvedere osservare un ponte dell'epoca romana pieno di sporchi e antiestetici lucchetti dei nostri giorni con qualche scrittina schifosamente smielata di qualche teenager in crisi ormonale. non dimentichiamoci che Ponte Milvio è un opera di valore storico non indifferente dato che è un "pezzo" di Roma risalente al 200 a.c.! Sicuramente non aveva bisogno di essere appesantito e deturpato da un mucchio di ferraglia. Il fenomeno di pulizia dallo schifo mocciano si è comunque esteso oltre i confini dell'Urbe, tanto che anche a Riomaggiore in provincia di Laspezia, dove il vicesindaco si sta impegnando a rimuovere i lucchetti anche sul suo territorio, dato che ritiene tale chincagliera antiestetica e sicuramente non produttiva per il turismo locale. Fa scomipisciare la reazione di Moccia a tutto questo , dato che dichiara «Come mai le monetine che sono comunque un tipo di lega che potrebbe levare decoro alla Fontana di Trevi, vengono lasciate lì e invece i lucchetti, che senza dubbio parlano d’amore vengono tolti?» e dicendo queste cose è tra l'osceno e il ridicolo dato che la tradizione delle monetine lanciate dentro la Fontana di sicuro non sfigura di certo la vista del monumento, anche perchè la Fontana è un caso ben diverso dato che regolarmente la fonta viene ripulita dalle monete, che vengono poi donate alla Caritas, e non penso che si possa fare altrettanto con un lucchetto con scritto roba del genre "Robby + Jesseka Xsmprinsieme". Oltre al fatto che se permetti, caro moccino, il rito della monetina della fontana ha radici ben più elevate delle tue schifezze.





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martedì 13 dicembre 2011

Scusa ma ti chiamo stronzo


I libri di Federico Moccia non hanno rovinato soltanto la letteratura e il cinema italiano ma tali schifezze hanno lasciato un segno profondo anche in luoghi tangibili, in particolare a Roma. Tre Metri sopra il cielo ha lanciato la famosa moda dei lucchetti di Ponte Milvio e il fenomeno non ha certo dimensioni indifferenti. Il Ventesimo Municipio , sotto richiesta dei suoi abitanti ha espresso la volontà di rimuovere tale squallore già nel 2007 quando la proposta è stata respinta da Veltroni (se volevo un altro motivo per odiarlo ora lo ho) perchè tale moda era un nuovo " simbolo dell'amore". Adesso il Municipio è tornato alla carica, ma alla difesa dell'obbrobbrio di metallo ci si mette lo stesso Moccia (che ha lucrato parecchio sui gingilli metallici, dato che tempo fa si era detto che aveva persino investito sui lucchetti), appoggiato da Alemanno, che sta cercando di temporeggiare per la decisione finale, con tanto di sopralluogo sul Ponte . Penso che un evento del genere possa far capire chiaramente che Alemanno non ha a cuore per niente i desideri dei cittadini di Roma, dato che di sicuro la vista di un montarozzo di metallo (spesso arrugginito) non è di certo una bell'immagine per chi passa nei pressi del ponte, oltre ad essere un ostacolo non indifferente!
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mercoledì 7 dicembre 2011

Non tutti i tagli vengono per nuocere


Durante il governo precedente e anche in quello corrente è stata fatta un non indifferente quantità di tagli. Si è parlato della mutilazione di parecchi settori della cultura, sia per quanto riguarda i risparmi sulla ricerca, sia per quelli della scuola e anche quelli de teatro e purtroppo non si è mai parlato di amputare anche un altro settore, cioè quello che faceva tanto comodo all'impero berlusconiano, la televisione (a parte naturalmente le trasmissioni scomode filo-opposizione come Vieni Via con me, Annozero e Ballarò). Fino ad oggi. Alla Rai si è deciso di potare un po' di erbacce, nella fattispecie togliendo sei milioni di euro al festival di Sanremo. Personalmente questa per me è pura ragione di gaudio dato che è un evento di artisti (a mio parere creduti tali dal pubblico) sopravvalutati e spesso di momenti non proprio di alta qualità basti pensare all'occasione in cui ha partecipato come cantante Emanuele Filiberto di Savoia e a tutti quei casini che succedono quando un cantante, in molti casi mediocre (vedi Povia) decide di scrivere un testo non apprezzabile da qualche fascia di pubblico che non contenta ne fa un caso di importanza nazionale! Oppure per citare qualcos'altro c'è il caso del povero Morgan (che per carità non è un cantante che adoro alla follia) allontanato dall'evento per le sue confessioni sul suo precedente uso di droghe... In poche parole non posso percepire come una tragedia di chissà quale gravità la notizia di un Festival di Sanremo meno pagato del solito, ma anzi la ritengo un taglio più che giusto!

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lunedì 5 dicembre 2011

Diarrea nello spazio




Dalla caduta di Berlusconi il clan bossiano ha avuto un graduale ma sempre più marcato allontanamento da Silvio. Prima la prevedibilissima rabbia contro Monti per la cancellazione del ministero tanto caro alla Lega, quello del federalismo, e durante questo frangente il sodalizio con Cavaliere e fedelissima company reggeva, perchè entrambi privati del diritto di attuare le proprie stronzate; poi c'è stato l'isterico attacco di Bossi diretto al governo Monti in cui oltre a ciarlare accusando di incompetenza i neoministri monteschi, accennava a non dare più per certa l'alleanza col PdL ed infine il distacco più totale. Qualcuno ha presente Ned Flanders? Il Giornale, prima giordaniano poi feltriano e ora sallustiano nei confronti della Lega è stato il vicino serafico e sempre calmo che si fa sempre mettere i piedi in testa, senza reqagire minimamente. E da questo articolo si capisce come il quotidiano, adirato dalla "diserzione" esplode in una deflagrazione di fango diretta agli ex alleati celtici, per dare sfogo agli anni in cui non gli era permesso di toccarli perchè tanto amici di Berlusconi e del PdL (foraggiatori ufficiosi del Giornale). Il brutto è che, nonostante mi sono sempre opposto allo schieramento del Giornale non posso che condividere lettera per lettera quello che il Giornalista Stefano ha da sparare nei confronti degli ex compagni di banco. Infatti lui attacca la Lega dalle fondamenta, affermando che il suo programma è stato annacquato parecchio col passare degli anni, cosa verissima dato che, per usare un esempio alquanto indiscutibile Bossi ha iniziato col desiderio di voler ripudiare l'Italia per poi governarla da ministro! Ridicolizza poi le parole di Calderoli che dice avrei voluto portarvi più risultati, parafrasandole facendogli dire che ammette la sconfitta; poi attacca di nuovo Bossi, che partecipa alla commemorazione della morte dell'ideologo della Lega Gianfranco Miglio nonostante Umberto stesso lo aveva insultato definendolo una scoreggia nello spazio, e come al solito la vèrve poetica di Bossi ci spiazza in modo sublime... Con questo la Lega , dato che il cavaliere non è più in grado di aiutarla, vuole tornare alle sue origini, con l'indipendenza della Padania al primissimo posto e tutte le altre schifezze che hanno costituito il programma politico delle camicie verdi, in poche parole quando la nave affonda i topi scappano, e i leghisti li imitano!


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venerdì 2 dicembre 2011

Riflessioni sullo sballo




Poco alla Radio si è parlato della droga, precisamente della possibilità di legalizzarla con questo governo. Come qualcuno dovrebbe già sapere io non amo questo tipo di sostanze però mi sono deciso di ascoltare per qualche minuto ciò che il programma radiofonico (per la precisione "Tutta la città ne parla") aveva da dire. La tesi sostenuta dagli ascoltatori "pro" che sono intervenuti è semplice e a suo modo condivisbile. Si dice ovvero di legalizzarla come la scelta di un male minore, dato che almeno i proventi di questi traffici (anche se sarebbero ugualmente dannosi per i consumatori) andrebbero allo stato e non ad un qualche spacciatore appartenente a qualche cosca criminale sia essa di matrice camorrista o cosanostrana. Come idea è quasi accettabile se prendiamo in esame qualche fattore. Per fare un esempio con il rendere legali droghe come la marijuana si potrebbe togliere una buona fetta di consumatori. e questa fetta è rappresentata dai giovani sballoni, che spessissimo (e non negatelo!) si drogano per due motivi, o perchè fa tendenza dato che il fidanzato della cugina del tuo compagno di banco lo fa insieme ai suoi amici e quindi è una cosa fighissima oppure al contrario perchè fumare erba, dato che non è consentito dalla legge fa tanto "lotta al sistema" e se quindi ti droghi sei un eroico ribbelle (Si, volevo proprio dire con due b per immedesimarmi al meglio). Se quindi si riuscisse a legalizzare la Marijuana l'effetto potrebbe essere in parte positivo: la seconda categoria, essendo diventato l'agognato Fumo un bene di consumo "socialmente accettabile" perderebbe in sostanza parte del suo valore simbolico di ribbellione e probabilmente anche la prima categoria ci perderebbe dato che l'emulato e almeno una parte dei suoi amici può benissimo appartenere alla seconda, e i tenaci sopravvissuti che continuano a volersi rovinare l'organismo farebbero comunque un favore allo stato anzichè al suddetto spacciatore.
Certo, una decisione come questa potrebbe diventare un'arma a doppio taglio,dato che l'Italia potrebbe diventare una meta preferita dagli squallidi fattoni e si potrebbe ricreare una situazione analoga ad Amsterdam in cui molti dei turisti non vanno più laggiù per ammirare i mulini a vento, mentre qui in Italia potrebbe succedere (ma, Dio, spero di NO) che un gruppo di giovani turisti europei o americani che siano, invece di vistare il Pantheon o il Colosseo preferiscano sostare ad un coffee shop...
Ammetto però che quello che propongo io possa essere fattibile dato che personalmente non credo che Monti possa dare importanza ad una problematica del genere, almeno per il momento anche perchè sinceramente non riesco ad immaginarmi Mario Monti seduto in un furgoncino della Wolkswagen intento a spipacchiare erba da un bong, sia in passato che nel presente!



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