lunedì 23 marzo 2015

This War Of Mine

Ho finito per la prima ( e forse non ultima) volta This War Of Mine.Sicuramente non è spettacolare e non ci sono esposizioni di raggi laser, tette, esplosioni, tette spara aser, esplosioni di tette o laser esplosivi come nei prodotti di Software House famose e di tendenza. Si tratta però di un gioco fuori dall'ordinario in grado di farti riflettere sulle persone comuni che si vedono strappata la possibilità di vivere serenamente in casa loro per via di una guerra che ha polverizzato in pochi attimi la loro casa, la loro quotidianità e ha ridotto in macerie ogni sogno che potevano avere prima del conflitto, in una parola, la loro umanità. Questo gioco mi ha fatto imprecare per la sua difficoltà, dovuta a meccaniche di gioco semplici ma rigide (l'assenza di un sistema di salvataggio personalizzabile ne è un esempio lampante), ma l'atmosfera inedita in un videogioco di una guerra (fittizia ma ispirata all'assedio della città di Sarajevo) vista da civili che lottano con le unghie e coi denti per sopravvivere mi ha dato soddifazione e fatto emozionare. Questo gioco ti immerge in una situazione tragica e rende palpabile l'ingiustizia di un conflitto che decima più civili che militari e ti fa empatizzare con i sopravvissuti che il gioco ti assegna da guidare. Un'empatia che non ritrovavo dai tempi della prima stagione videoludica di The Walking Dead. Giusto per farvi comprendere il livello di tale full immersion nel mondo di gioco prendete come esempio la mia furia omicida quando un'oretta (reale) fa, a due giorni (ludici e non reali) dalla fine del gioco mi è morto uno dei sopravvissuti, il possente Boris mentre andava a cercare provviste in una chiesa occupata da banditi (di cui, per aggiungere altra rabbia, avevano trucidato il prete e gli sfollati indifesi che vi si erano rifugiati) quando il gioco mi ha riportato ero così toccato dal lutto dei rimanenti "survivors" e dalla loro conseguente depressione che di notte ho inviato uno di loro nuovamente in chiesa allo scopo di ammazzare a colpi di fucile a pompa i suddetti assassini per pura vendetta e rabbia, e non di certo per il bottino, che si limitava a una manciata di cibo e liquore; allo stesso modo si può prendere esempio la volta in cui un "vicino di casa (o meglio, di rudere) " decide di donare, a gratis, del cibo ai miei uomini, mi sono quasi commosso, come se mi trovassi davvero in quella situazione. Tutto questo groviglio di emozioni e dolori viene trasmesso al giocatore semplicemente tramite semplicissimi messaggi di testo (il gioco non ha parlato) di narrazione o di dialogo.

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