venerdì 13 novembre 2009

Il pentito e i nomi dei politici. Spuntano Landolfi e Bocchino (PDL).

L’imprenditore dei Casalesi: Cosentino è il mio padrone


NAPOLI -«Sappi che il mio padrone è Nicola Cosentino, e più di quello nes suno ti poteva raccomandare... fai conto che sei già dentro». Così diceva l’im­prenditore in odore di camorra al giova ne che aspettava l’assunzione nel con sorzio Eco4, nato per gestire lo smalti mento dei rifiuti nell’area casertana. E lui, Nicola Cosentino, confermava: «L’Eco4 è una mia creatura, l’Eco4 song’io ! ». È la storia di questo consorzio già al centro di altre indagini antimafia che porta il sottosegretario all’Economia, nonché coordinatore del Pdl in Campa nia, all’accusa di concorso esterno in as sociazione camorristica, con la richiesta di custodia cautelare in carcere avanzata dalla procura di Napoli al giudice per le indagini preliminari. I capi di imputazio ne contro Cosentino sono pesanti. «Con tribuiva, sin dagli anni Novanta, a raffor zare vertici e attività dei gruppi camorri sti Bidognetti e Schiavone, dai quali rice veva puntuale sostegno elettorale». Inol­tre, negli anni avrebbe «garantito il per manere dei rapporti tra imprenditoria mafiosa e amministrazioni pubbliche». E la richiesta di arresto viene giustifica ta anche con «la persistenza del debito di gratitudine» che il sottosegretario avrebbe verso i clan di Casal di Principe.

Il tessuto criminale
L’inchiesta si basa sulle dichiarazioni di sei collaboratori di giustizia. Il ruolo centrale è quello di Gaetano Vassallo, un imprenditore legato, per sua stessa ammissione, alla cosca di Francesco Bi­dognetti. Il nome dell’esponente politi co del Pdl Vassallo lo fa ai magistrati per la prima volta l’1 aprile del 2008, raccon tando di un incontro tra il sottosegreta rio e Sergio Orsi, l’imprenditore che defi niva Cosentino «mio padrone», e che con il fratello Michele (ucciso a Casal di Principe nel giugno del 2008) gestiva l’Eco4. «Posso dire che la società Eco4 era controllata dall’onorevole Cosentino e anche l’onorevole Landolfi (Mario Lan dolfi, parlamentare e vicecoordinatore del Pdl in Campania; ndr ) aveva svariati interessi in quella società. Presenziai personalmente alla consegna di cin­quantamila euro in contanti da parte di Orsi Sergio all’onorevole Cosentino, in contro avvenuto a casa di quest’ultimo a Casal di Principe». In un’altra deposizione, Vassallo rife risce quanto gli avrebbe raccontato uno degli esponenti della famiglia Bidognet ti nel corso di un summit: «Ricordo che si fecero i nomi anche di alcuni politici nazionali. In particolare, Bidognetti Raf faele (...) riferì che gli onorevoli Italo Bocchino (vicecapogruppo del Pdl alla Camera; ndr ), Nicola Cosentino, Genna ro Coronella (senatore Pdl; ndr ) e Lan dolfi facevano parte del 'nostro tessuto camorristico'».

La camorra
L’Eco4 era un’azienda che il gip defini sce «pura espressione della criminalità organizzata». Va ricordato che si tratta di società a capitale misto, quindi anche pubblico, governata di fatto da perso­naggi detti «Zio» (soprannome di Fran cesco Bidognetti), «Panzone» e «Gigino o’ drink» e dove aveva un ruolo anche un personaggio come Emilio Di Cateri no (poi pentito), uno degli autori del massacro di Castelvolturno, in cui il gruppo stragista dei Casalesi uccise set te immigrati. Nel 2002, Eco4 entra nel progetto per la realizzazione del termo valorizzatore nella provincia di Caserta. La sede viene scelta a Santa Maria La Fossa, attraverso una procedura che pas sa dal Commissariato straordinario per i rifiuti, all’epoca gestito da Antonio Bas solino, il quale, chiamato a testimonia re, «non sapeva fornire ragioni» sull’or dinanza firmata dal suo vice Giulio Fac chi, nome che appare più volte nelle in­tercettazioni telefoniche dei «dirigenti» di Eco4. A quel tempo, Santa Maria La Fossa non è però sotto il controllo dei Bidognetti ma degli Schiavone, il più po tente clan dei casalesi. Quindi Vassallo, che nella società è il referente dei Bido gnetti, viene messo da parte: «L’onore vole Cosentino mi spiegò quali erano le ragioni della mia esclusione dal consor zio. Mi spiegò che ormai gli interessi economici del clan dei casalesi si erano focalizzati, per quanto riguarda il tipo di attività in questione, nell’area geografi ca controllata dagli Schiavone (...) e che pertanto il gruppo Bidognetti era stato 'fatto fuori' perché non aveva alcun po tere su Santa Maria La Fossa. Ne deriva va la mia estromissione. In poche parole l’onorevole Cosentino mi disse che si era adeguato alle scelte fatte 'a monte' dal clan dei casalesi».

I nipoti del cardinale
Dell’Eco4 e di Cosentino parla ai giu dici anche Michele Orsi, in una deposi zione del giugno 2007: «Circa il 70 per cento delle assunzioni che vennero ope rate per la Eco4 erano inutili ed erano motivate per lo più da ragioni politi co- elettorali, richieste da Valente (Giu seppe Valente, presidente del consorzio; ndr ), Cosentino e Landolfi (...) Ricordo ad esempio le assunzioni di Picone Nico la, vicesindaco di Trentola, e quella di Oliviero, consigliere di Villa Literno, en trambe richieste dall’on. Cosentino. Sempre Cosentino ci richiese l’assunzio ne di due nipoti del Cardinale Sepe, da noi regolarmente attuate».

Di Fulvio Bufi e Marco Imarisio dal Corriere Della Sera (11 Novembre 2009)

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