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"Colui che è abbastanza paziente e valoroso da scrutare l'oscurità per tutta la vita, sarà il primo a scorgere in essa la luce." Metro 2033
domenica 25 marzo 2012
Uno in meno
È brutto rompere il silenzio del blog con una notizia cattiva. Se aggiungiamo che si tratta di un lutto le cose non migliorano affatto. Antonio Tabucchi, classe 1943, è morto di cancro a Lisbona. Con la sua morte si può dire che l'Italia ha perso un'altra di quelle sempre meno numerose persone degne di questo nome che non solo hanno portato qualche cosa di buono al Belpaese con le proprie opere, ma hanno anche esportato queste ultime in tutto il globo,o almeno in una buona parte di esso, contribuendo alla cultura. A contraddistinguere Tabucchi era un amore viscerale per il Portogallo, per la sua cultura e per i suoi autori (in particolare Fernando Pessoa) elementi che lo hanno spinto a considerare il suolo portoghese, e in particolare l'amata città di Lisbona una seconda patria. I suoi libri, tradotti persino in Giappone, rimarranno la sua eredità alla letteratura, sia per quanto riguarda quella italiana che quella internazionale.
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