mercoledì 18 luglio 2012

Pinzillacchere, ma meglio di niente

In Spagna si suda sangue, e la paura di colare a picco è palpabile. Si sapeva già che la Spagna (allo stesso modo di altri paesi europei COMPRESA nella categoria pure l'Italia) la situazione non va a gonfie vele. Devo ammettere che il mio pessimismo in una sua ipotesi ha fatto cilecca. Ero sicuro che, dopo la meritata vittoria spagnola agli europei (tifosetti azzurri della mia fava, vi ricordo che un 4-0 è una discreta vittoria!) sui profili Facebook italici si sarebbe diffuso un clima di allegria per il fatto che la Spagna potrebbe finire come la Grecia, come una sorta di vendetta nei confronti della nostra vittoria calcistica "negata" dai perfidi iberici. Ma non è successo per fortuna e ne sono sorpreso conoscendo vari atti di meschinità compiuti dai miei conterranei "facebookiani" (d'altra parte, dopo che loro hanno strarotto le palle con i link su Balotelli e sulla vittoria su Inghilterra, Irlanda e Germania sono quasi contento che alla finale abbiamo preso quella batosta). Veniamo al motivo del post. Come ho detto all'inizio in Spagna non si respira una bell'arietta, ma c'è il terrore del crollo del paese e un bel po' di casino e scontento. Rajoy ha imposto sacrifici finanziari a tutta la popolazione, sperando di far frenare il rischio di precipitare inesorabiolmente verso il temuto default, nulla di nuovo dal fronte dato che pure da noi non si è scelta una cosa tanto diversa. Però non solo i comuni mortali dovranno rinunciare a qualcosa. Pure la famiglia reale pagherà un certo prezzo con la diminuizione del proprio stipendio annuale. Certo, non si tratta di una mutilazione bella e buona, ma di una riduzione di un 7% dei salari (che restano ugualmente abbastanza altini) del Re Juan Carlos e del Principe Felipe. E questa non sarà una manovra epocale, ma nemmeno una cosa minuscola...
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