martedì 30 marzo 2010

Nichi for President alla seconda


Un fiume in piena, il dolore, come Nichi nelle ore che accompagnano la sofferta vittoria. La soglia del cinquanta per cento è un miraggio visibile soltanto a Bari, gli avversari Palese e Poli Bortone si elidono grazie alle loro incomprensioni che buttano via il sorpasso. Nonostante il Pdl sia il primo partito, Vendola spunta altri cinque anni di governo in Puglia: un altro lustro per sognare, costruire l'alternativa, forse la sinistra fin dalle fondamenta. È un fiume in piena, Vendola, come il dolore che custodisce dentro. L'orribile anno vissuto, un tunnel nero alla fine del quale c'è questa gente che fino all'ultimo lo tocca, lo osanna, lo idolatra, lo imbarazza.«Sì, è stato un anno terribile - dice -. Mi volevano morto...». La morte l'ha toccato già all'inizio del 2009, con la perdita dell'amatissimo papà. «Non si può spiegare quello che si prova, come se una mano ti si conficcasse nel petto e ti strappasse il cuore».Vendola il poeta, Vendola l'umile, Vendola il politico «diverso». Eppure capace di tenere a bada i contendenti, incunearsi nelle loro carenze e nelle loro contraddizioni, fino a immaginare la collaborazione con la Poli Bortone e a ghermire voti impensabili, gente di centrodestra che lo sceglie assieme alla lista del Pdl. Unione «di fatto» assurda, impensabile e però vera, di cui il governatore riconfermato vuole farsi carico. Il suo modello di rinascita, spiegava nella notte dell'attesa, è stato Pinuccio Tatarella: campione della «baresità» applicata alla politica nazionale, «armonia» come ricerca antropologica permanente, capacità di essere popolo senza cadere nel populismo. «Avevo con lui un ottimo rapporto - racconta Vendola -, e quando se n'è andato ho voluto studiarlo a fondo, ho cercato di capire, ho frequentato i suoi luoghi».
Primo tra tutti il bar di Bari Vecchia nel quale Pinuccio giocava a scopone attorniato da amici di una vita o semplici conoscenti. Dove, senza scomporsi e neppure girarsi, sapeva ascoltare e «farsi popolo». L'essere politico sta in «questa capacità di ascolto», sostiene Vendola, che si autodefinisce «leghista» per il culto delle radici e che, senza scomporsi, parla di Berlusconi come «grande politico», anche se ora «è giunto il momento che tutti noi ci deberlusconizziamo e l'Italia volti pagina».
Bari lo ama incondizionatamente, il resto della regione meno.Le macchine si fermano, suonano i clacson, la gente cerca di farsi riconoscere, si fa fotografare accanto all'icona del politico «diverso».Ma i risultati sconfortanti che giungono dalle altre regioni, la sconfitta del centrosinistra ci dicono che in Italia c’è un bisogno disperato di alternativa, bisogna ricostruire un vocabolario e una narrazione dell’alternativa e qui abbiamo cominciato a farlo. Dobbiamo però essere molto attenti a leggere tutti i segnali di crisi nel blocco di consenso politico del centrodestra; ogni crepa, ogni smagliatura che si apre nel racconto berlusconiano deve diventare per noi una finestra per guardare dall’altra parte, noi dobbiamo intercettare settori di opinione pubblica che sono ormai largamente disincantati dall’affabulazione berlusconiana che non convince più.

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

Nessun commento: