venerdì 7 maggio 2010

Green Zone


Vedere questo film è stato imprevisto, dato che al cinema ero andato per vedere "L'uomo nell'ombra", ma per mettermi il bastone tra le ruote il proiettore della sala in cui lo trasmettevano era puntualmente rotto. Non che mi lamenti eccessivamente, dato che Green Zone mi attraeva non poco e si è dimostrato un valido surrogato. Per quanto il film sia maggiormente orientato al "thriller di denuncia" contiene scene di azione apprezzabili anche dal pubblico di massa e quindi è considerabile come un vero e proprio "film di guerra", cosa che mi ha fatto piacere dato che era da tanto che non vedevo battaglie in grande stile in un cinema, grande o piccino che sia. Deluderò qualcuno, ma nonostante il mio orientamento abbastanza pacifista nella vita reale sono affetto da un certo interesse per gli armamenti, e se qualcuno nota la mia "fornitura" di videogiochi per Pc, film e romanzi ad ambientazione bellica, si può accorgere del mio sadico interesse.

Torniamo al filmone. Siamo nell'anno 2003, precisamente ad Aprile, in cui l'assedio a Baghdad volge ormai al termine dopo le poche settimane di conflitti tra le forze dell'esercito formato da inglesi e statunitensi e le truppe iraqene. Arrivati dentro la città si cerca di compiere la ricerca di quello che è stato il Casus Belli della nuova guerra in Iraq, le armi di distruzione di massa. Ed è qui che entra in gioco Miller (interpretato da un bravo Matt Damon) , un ufficiale americano che prende seriamente il suo obiettivo di trovare le armi di Hussein tanto sbandierate dal governo Bush, e c'è un problema: i siti indicati dall'intelligence statunitense sono tutti vuoti, e quindi, a quanto pare l'informatore non è attendibile. Sospettoso di tutto ciò Miller riesce a contattare Brown, un agente della C.I.A. malvisto dal governo americano perchè i suoi progetti per l'Iraq sono diversi da quelli che ha in serbo il governo statunitense. All'ennesimo sito "fasullo" l'ufficiale si imbatte in un iraqeno, che si fa soprannominare "Freddie" si offre di collaborare come informatore e interprete con il plotone di Miller. Freddie informa gli americani di un incontro a cui partecipa il "jack di fiori", uno dei generali di Saddam Hussein, e dopo una breve ma intensa sparatoria gli americani ottengono un taccuino con delle informazioni e un prigioniero, con cui si cerca di trovare il modo di contattare pacificamente il generale iraqeno, per chiedergli informazioni sulle fantomatiche armi di Saddam, ma poco dopo alcune forze speciali americane senza motivazioni plausibili prendono in custodia il prigioniero da poco catturato, lascianod nuovamente il protagonista con un pugno di mosche. Da qui Miller capisce che il suo paese ha qualcosa da nascondere e decide di lavorare con Brown per cercare di arrivare in fondo alla faccenda.
Tecnicamente il film è spettacolare: gli equipaggiamenti dell'esercito americano sono ben riprodotti e le scene di combattimento sono ben girate e verosimili.

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