mercoledì 14 luglio 2010

La National Nigerian Petroleum Corporation non è più in grado di ripagare i propri debiti

Secondo il responsabile delle finanze nigeriane, la Nnpc sarebbe insolvibile a causa di un deficit patrimoniale rilevato nell'ultimo documento finanziario prodotto dalla società, il bilancio 2008, che evidenzia un valore di debiti superiore di ben 5 miliardi di dollari rispetto ai crediti e altre attività finanziarie in generale.La notizia è stata subito smentita. Secondo Levi Ajuonuma, il porta-voce della Nnpc, la società non può essere classificata come insolvibile nel momento in cui presenta un flusso di cassa sano, che le garantisce di pagare le importazioni di prodotti petroliferi finiti. Infatti, nonostante il paese sia l'ottavo produttore mondiale di greggio (primo africano assieme all'Angola), il degrado delle sue raffinerie costringe il governo ad importare dall'estero, tramite la Nnpc, la maggior parte del petrolio raffinato.Le due istituzioni hanno forse modelli diversi di valutazione dei rischi di fallimento finanziario? Non lo sappiamo. Sappiamo però che la Nnpc è da anni oggetto di critiche per cattiva gestione e corruzione.Durante il suo mandato, l'ex presidente Umaru Y'aradua aveva avviato una riforma di liberalizzazione del settore petrolifero, presentando al parlamento nel 2009 il progetto di legge Petroleum Industry Bill. La riforma, da mesi in attesa dell'approvazione in Senato, prevede un cambiamento nelle relazioni tra le multinazionali petrolifere straniere e la Nigeria. Le nuove norme puntano sopratutto a riformare la Nnpc, facendone una società indipendente, anche economicamente, dallo Stato suddividendola in molte entità che potranno lavorare in joint-venture con altre multinazionali.Dal suo arrivo al potere, il nuovo presidente Goodluck Jonathan sta cercando di smuovere le acque. Lo scorso maggio ha licenziato l'ex dirigente della Nnpc, ordinando al ministro delle finanze di realizzare un audit della società. All'inizio del mese, inoltre, il governo nigeriano ha annunciato di aver finalizzato un accordo di 8 miliardi di dollari con la Cina per la costruzione di una nuova raffineria a Lagos.

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