mercoledì 15 settembre 2010

Alla luce del Sole


Oggi è il diciassettesimo anniversario dalla morte di Pino Puglisi, ucciso da una squadra punitiva di mafiosi il giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno. Chiunque abbia ancora un codice etico rispettoso delle istituzioni e della giustizia, penso sappia chi è o almeno abbia sentito parlare di Padre Puglisi, grande punto di riferimento per la lotta alla mafia in territorio siciliano, quasi al pari degli eroici Falcone e Borsellino (e se qualcuno non sa chi sono questi due, bè, avete qualche problemino). Non sono, come qualcuno di voi sa, uno strenuo difensore della chiesa cattolica e quindi mi da fastidio che qualcuno ricordi una persona simile esclusivamente per il suo ruolo all'interno di una delle Lobby più antiche al mondo. Ed è quello che ha fatto Schifani rendendo onore alle prime 5 lettere del suo cognome. Il suo laconico intervento consiste solo nel dire che il sacerdote è stato un testimone coraggioso del Vangelo e apostolo dei giovani e degli emarginati, in un ambiente che non tollerava il riscatto delle persone. Cose senz'altro vere, ma ricordare Puglisi senza nominare DIRETTAMENTE il nemico che ha combattuto fino a sacrificare la sua vita è come dire "Napoleone è stato sconfitto da qualche parte nel diciannovesimo secolo da una coalizione di alcune nazioni europee" . Capisco dal curriculum di Renato che non è conveniente per lui attaccare i suoi benefattori però a questo punto è meglio che taci e BASTA! Concludo l'articolo suggerendo ai lettori che non lo hanno già visto la visione del film "Alla luce del sole" di Roberto Faenza, che tratta per l'appunto di Don Pino (e sembra che oggi in televisione neanche un canale ha dedicato uno spazio per mandarlo in onda!) e del suo tentativo di liberare il quartiere Brancaccio, della città di Palermo dall'opprimente influenza dei mafiosi. L'eroe è interpretato da un bravissimo Nicola Zingaretti che, forte dell'esperienza sicula avuta grazie al "Commissario Montalbano" dona allo spettatore una toccante interpretazione di un eroico personaggio. La storia è riprodotta fedelmente e prende "in esame" il suo operato da quando inizia a gestire la Parrocchie del quartiere Brancaccio fino alla sua "esecuzione" da parte dei "picciotti" del clan Graviano. In questo film viene riprodotta la bontà dell'uomo e la sua apertura mentale, e della sua voglia di aiutare i pochi fortunati, come le donne costrette a prostituirsi ad uscire dalla dolorosa condizione di emarginati, ma in particolare ci sono i bambini, di cui riesce a prendersi cura dando loro un istruzione migliore e sopratutto dei sogni più degni per qualcuno che sta vivendo un periodo come l'infanzia. Uno dei pochi lungometraggi italiani recenti che può essere considerabile degno di essere considerato un film.
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