mercoledì 10 novembre 2010

Consumo di droga in Europa in aumento: presentato il rapporto annuale europeo




Dall'ultimo rapporto della Oedt (Osservatorio sulle droghe di Lisbona) i dati del 2008 sull'uso degli stupefacenti in Europa sono preoccupanti. Il quadro delle statistiche è valutato tra il 2004 e il 2008 su un campione di adulti compreso tra 15 e 64 anni (tutti gli adulti) e 15-34 (giovani adulti) che comprende tutti i 27 Paesi dell'Unione in aggiunta alla Croazia, Norvegia e Turchia (nuovi Paesi aderenti).

In generale si registra un notevole aumento nella fascia d'età adulta (34-64) dei consumatori occasionali di cocaina (circa 4 milioni nell'ultimo anno) ed un aumento costante, insieme ai decessi, per causa degli oppioidi.
Si stima che sia la sostanza principale in oltre il 50% di tutte le richieste di trattamento per droga, oltre che quella meno controllata alla dogana poichè in una zona ad altissimo tasso commerciale come la Turchia, diviene impossibile fermare ogni mezzo per controllare. Significherebbe fermare il commercio tra Oriente ed Europa.

Ricercare i motivi passati e futuri di questa piaga non si può farlo in questo breve spazio e né tantomeno è possibile arrivare a conclusioni di breve o lunga durata.
E' possibile invece, approfondire le cause che sono alla base di questo malessere, che non è altro che un malessere di una società che sta affrontando e che affronterà periodi di forte disagio economico, di alti livelli di disoccupazione senza tener conto lo scarso rendimento offerto dagli Stati (sopratutto quelli ad est) in materia di lotta alla criminalità organizzata, che rimane il perno di questi traffici illeciti.

Tuttavia il quadro della lotta al fenomeno delle droghe in Europa non è da considerarsi del tutto buio, soprattutto se si fa riferimento a condizioni di prevenzione quali l'infezione da HIV. Infatti il numero delle persone sottoposte a trattamente è notevolmente aumentato nel corso degli ultimi 10 anni.

Prevenzione che nel "sistema Unione" si fonda su una strategia nazionale in materia di droga, solitamente sostenuta da un piano d’azione con obiettivi concreti e relative scadenze. Si tratta di un modello di politica razionale, in quanto permette di verificare regolarmente i progressi e di reindirizzare la politica qualora si riscontrino carenze.

Rimangono però deficienze a livello di prestazione dei servizi di assistenza nei Paesi ad est e a sud. Lunghissime le liste di attesa e fortemente ridotte sono le disponibilità di terapie.

Nel dettaglio sono considerevoli i livelli di consumo di cocaina che resta la seconda sostanza illecita più utilizzata in Europa nonostante il suo costo elevato rispetto alle altre droghe.
L'utilizzo è disomogeneo all'interno dell'Unione con picchi che si registrano soprattutto in Italia, Spagna, Olanda, Francia e Regno Unito.
A differenza degli oppioidi, la cocaina entra maggiormente in due Paesi europei (Spagna e Olanda) e sta toccando da pochi anni anche i confini orientali. Resta grave il problema dell'importazione attraverso metodi di laboratorio dove si estrae cocaina base da materiali portatori, quali cera d’api, concime, indumenti, vegetali, plastica e liquidi.

La situazione italiana secondo l'Osservatorio Nazionale del Dipartimento di Politiche Antidroga, registra una decrescita nel consumo, in maniera evidente tra i consumatori occasionali, trend che assume sensibili miglioramenti anche nell'anno 2009 e nel primo semestre del 2010.

Resta tuttavia da valutare la modifica di alcuni metodi legislativi e organizzativi a livello dell'Unione. Come già ho accennato in precedenza, il fenomeno delle droga non può rinchiudersi all'interno del suo stesso ambito e soprattutto oggi dove la globalizzazione apre qualsiasi ambito ad una miriade di tanti altri diversi, allo stesso tempo occorre mettere in campo strategie di coordinamento tra sistemi diversi, tra ordinamenti giuridici differenti al fine di raggiungere obbiettivi comuni.

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