giovedì 22 settembre 2011

Senti chi ciarla




Di solito il cambio di gestione delle attività cerca di dare almeno l'apparenza di un effettivo cambiamento. Per assurdo se un ristorante cambia cuoco le specialità culinarie potrebbero venire sostituite da altre, può cambiare di conseguenza la clientela e tante altre cose, o un Pub può cambiare gestione e variare la scelta di cocktail disponibili, musica fatta ascoltare e tante altre cose che non mi vengono in mente. In altri casi no: cambia il "capoccia" ma rimane tutto come prima. Il Giornale è uno di questi. Dopo qualche tempo trascorso sotto la guida di Giordano e poi di Feltri lo scettro è passato a Nosferatu, all'anagrafe Alessandro Sallusti, ma sotto questi 3 bei signori la "merce" esposta sul giornale è sempre la solita: articoli pieni di acidità, sarcasmo di infimo livello e tesi a minimizzare sconfitte del regime nanesco e le (purtroppo non troppe) vittorie di chi vi si contrappone, apologie del Cavaliere e soprattutto bombardamenti a base di fango su chi osa dubitare della maestà di Berlusconi. Oggi (e non è la prima volta) la vittima è il presidente Obama, accusato di farsi mettere i piedi in testa dal Presidente turco Erdogan e di essergli sottomesso. Quello che il servetto di Sallusti in questione non comprende è che:


(1) Obama non può permettersi di fare lo sbruffone con la Turchia, perchè non è intelligente attirarsi l'odio di una nazione perennemente in bilico tra Occidente e Oriente e dotata di una potenza militare non trascurabile.


(2) La "sottomissione" di cui parla il Giornale non è nata grazie al buon Barack, ma grazie a George W. Bush, che fin dal 2003 ha trovato una certa ostilità nei confronti della Turchia, tanto che quest'ultima ha negato agli U.S.A. il diritto di far transitare le sue truppe dirette in Iraq e si è sempre trovato in rapporti delicati con la Turchia (e guarda un po' la coincidenza, il sottomesso George W. Bush è stato, fino alla sua "morte politica" uno dei più grandi amici di Berlusconi)


(3) È a dir poco ridicolo che il Giornale, noto lacchè di Berlusconi accusi di servilismo qualcuno, sia perchè il Giornale stesso bacia i tacchi del Cavaliere, sia perchè, se non scoppiava la guerra contro Gheddafi, forse ora Berlusconi non si limiterebbe a baciare le mani di Gheddafi ma le sue labbra potrebbero toccare anche ben altre parti del corpo del Rais libico (e forse non solo in senso metaforico).


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