giovedì 15 settembre 2011

Uno sforzo ignorato

18 anni fa moriva, il giorno del suo compleanno, il sacerdote siciliano Don Pino Puglisi. Per chi non lo sapesse (mi auguro pochi) Don Puglisi è stato un prete che ha speso gran parte della sua vita a combattere la famiglia di cosa nostra del Boss Leoluca Bagarella nel quartiere Brancaccio di Palermo, come gli è stato possibile. E ha dovuto pagarla, e cara, con la sua vita. Per cosa è morto Don Puglisi? Per portare umanità agli abitanti (soprattutto per quanto riguarda i bambini) di Brancaccio, dove era parroco e dove è nato lui stesso. Don Pino è morto cercando di dare un segnale alla sua terra natia, ma soprattutto la speranza. La speranza di far vivere ai bambini un'infanzia vera e degna di questo nome, e non una piena di sofferenza e paura. La speranza di poter studiare e sconfiggere l'ignoranza, invece di lavorare per le famiglie di Cosa Nostra, che sia quella di Bagarella o qualsiasi altra, per poi quasi inevitabilmente farne parte. E sopratutto scoprire che esite un alternativa all'essere dei criminali, che è possibile vivere onestamente. Ma cercando di educare i bambini di Brancaccio e tutti coloro che venivano nella sua parrocchia ad ascoltare le sue omelie in cui attaccava apertamente l'operato della Famiglia, Puglisi ha attirato l'odio di Bagarella, che ha ritenuto scomodo l'allontanamento di possibili piccoli seguaci. Ed è così il 15 Settembre 1993 il sicario Salvatore Grigoli, spalleggiato da altri killer uccide Don Pino con una pistola, davanti al portone della sua casa. 18 anni dopo a Palermo si ricorda di Pino, con tanto di proiezione di "Alla luce del sole" del regista Roberto Faenza, film che ne racconta la storia, un concerto e una fiaccolata notturna in suo onore, ma il resto dell'Italia? Ho esaminato il palinsesto televisivo di oggi e non c'è, nemmeno quest'anno la proiezione del film che ho sopra citato. C'è forse il pericolo che chi guarda la televisione si renda conto che non ci sono più sacerdoti coraggiosi come Don Pino? Che si renda conto che la Mafia c'è ancora ed è ancora regnante nel sud? Quasi vent'anni dopo troviamo in Italia una chiesa che invece di proteggere i fedeli (ma non solo loro!) dalla criminalità si impegna solo per contare i suoi soldi succhiati all'Italia tramite l'otto per mille e per difendersi da accuse di pedofilia, e un governo che invece di condannare i membri di Cosa nostra li chiama Eroi (vedi il buon Mangano).

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