mercoledì 26 maggio 2010

NO AL BAVAGLIO: Testo comune concordato dai direttori delle maggiori testate italiane, promosso dalla FNSI.


Un fronte comune e compatto dei direttori degli organi di informazione italiani contro il ddl intercettazioni. È quello scaturito oggi con l'iniziativa promossa dalla Fnsi e che ha coinvolto i direttori di quotidiani, agenzie di stampa, televisioni, con interventi in videoconferenza dalla Sala Tobagi della Fnsi a Roma e dal Circolo della Stampa di Milano. Un documento finale è in preparazione e sarà reso pubblico, forse già nell'edizione di domani dei quotidiani mentre questa sera potrebbe essere trasmesso da alcuni tg. Il documento denuncia il provvedimento legislativo in discussione e sollecita l'esecutivo a rivederlo, oltre che sottolineare l'inadeguatezza di misure che appaiono per lo più come la volontà di mettere un bavaglio all'informazione e privare il cittadino del diritto di informazione, oltre che privare i giornalisti del dovere di informare.

"I direttori e le redazioni dei giornali italiani, con la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, denunciano il pericolo del disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche per la libera e completa informazione.
Questo disegno di legge penalizza evanifica il diritto di cronaca, impedendo a giornali e notiziari (new media inclusi) di dare notizie delle inchieste giudiziarie – comprese quelle che riguardano la grande criminalità - fino all’udienza preliminare, cioè per un periodo che in Italia va dai 3 ai 6 anni e, per alcuni casi, fino a 10. Le norme proposte violano il diritto fondamentale dei cittadini a conoscere e sapere, cioè ad essere informati.
E’ un diritto vitale irrinunciabile, da cui dipende il corretto funzionamento del circuito democratico e a cui corrisponde – molto semplicemente – il dovere dei giornali di informare.
La disciplina all’esame del Senato vulnera i principi fondamentali in base ai quali la libertà di informazione è garantita e la giustizia è amministrata in nome del popolo. I giornalisti esercitano una funzione, un dovere non comprimibile da atti di censura. A questo dovere non verremo meno, indipendentemente da multe, arresti e sanzioni. Ma intanto fermiamo questa legge, perché la democrazia e l’informazione in Italia non tollerano alcun bavaglio".

Ezio Mauro (La Repubblica), Roberto Napoletano (Il Messaggero), Mario Sechi (Il Tempo), Carlo Bollino (La Gazzetta del Mezzogiorno), Michele Terzulli (in rappresentanza del direttore del Tg3), Norma Rangeri (Il Manifesto), Concita Di Gregorio (L'Unità), Dino Greco (Liberazione), Emilio Carelli (Sky Tg24), il vice direttore dell'AGI Antonio Lucaroni, il direttore dell'Ansa Luigi Contu, il direttore dell'Asca Gianfranco Astori, il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, il direttore de Il Giornale, Vittorio Feltri, il direttore de La Stampa, Mario Calabresi, il vice direttore de Il Sole 24 Ore, Alberto Orioli.

FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana)

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1 commento:

Anonimo ha detto...

L'ho condiviso anche su mio blog, mi sembrava doveroso