sabato 30 luglio 2011

Un capro espiatorio

Bossi, e spesso i i leghisti in generale hanno bisogno di sparare ogni tanto qualche cazzata, se no, poverini non si sentono realizzati, e per sentirsi tali a volte le devono dire DAVVERO grosse, prima c'è stato Borghezio che condivide le idee di Breivik e ora Umberto punta il dito contro il povero Napolitano, accusandolo di essere stato lui a volere la guerra in Libia e non il nanico e un tempo stempiato amichetto della Lega. Invece sappiamo tutti come è andata: prima Berlusconi aveva un rapporto a dir poco idilliaco col buon Gheddafino e ha anche preteso che il leader libico fosse onorato con frecce tricolore a tema e un'accoglienza principesca. Poi c'è stato il patacrac con la rivoluzione in Libia, che ha fatto capire allo Chevalièr che forse aveva puntato sul cavallo zoppo. E da lì ha iniziato a imbarazzarsi e a smettere di trattarlo come l'anima della festa cominciando invece a vederlo come lo sfigato di turno e di conseguenza ad ignorarlo. Poi c'è stato l'intervento della Nato e lui nonostante il ritardo alla fine è dovuto entrare in guerra, ed è stato lui a deciderlo, non il povero Napolitano. Non credo infatti che il buon Giorgio ha costretto Silvio a dichiarare guerra ai libici minacciandolo con un coltello alla gola. Però evidentemente Bossi questo o non lo ha capito o fa il finto tonto e invece di accusare un alleato che seppure imbarazzante lo fa campare al governo, sceglie di attaccare il mite Napolitano perchè, così almeno ha qualcuno con cui sfogarsi in modo non autodistruttivo.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

Nessun commento: